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"Stop devastazioni", sit in davanti alla Regione contro il rimboschimento post incendi

Momenti di tensione ieri pomeriggio in viale Bovio. Indignato il consigliere regionale Domenico Pettinari (M5S): "Ho chiesto di partecipare alla riunione ma mi è stata sbattuta la porta in faccia"

Ieri pomeriggio si è tenuto un sit-in davanti al palazzo della Giunta regionale, in viale Bovio, proprio nel momento in cui si stava svolgendo un vertice tra il Presidente Luciano D'Alfonso e i sindaci per il rimboschimento del Morrone dopo gli incendi di queste ultime settimane. 

Presenti, oltre alle associazioni ambientaliste, anche i consiglieri del Movimento 5 Stelle Sara Marcozzi, Massimiliano Di Pillo e Domenico Pettinari. Quest'ultimo, indignato, ha dichiarato: "Ho chiesto di partecipare alla riunione, ma mi è stata sbattuta la porta in faccia". Sono stati tenuti fuori anche i giornalisti, mentre sull'altro lato della strada veniva esposto uno striscione più che eloquente: "Stop devastazioni".

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"Questo sit in - hanno spiegato i manifestanti - si propone di portare all’attenzione della politica e dell’opinione pubblica regionali le proposte emerse dall’assemblea di ieri a Sulmona. Affermiamo con forza il no netto al rimboschimento e altre operazioni costosissime: gli amministratori locali devono opporsi a un’operazione che rischia di nutrire gli stessi interessi criminali che potrebbero avere organizzato l’attacco alle nostre montagne".

Sul Morrone e sulle altre aree interessate dagli incendi "servono limitati interventi nelle aree più acclivi e puntuali azioni di ingegneria naturalistica per la difesa delle aree abitate e strade più esposte. Interventi di più rapida esecuzione e poco onerosi. Pretendiamo la chiusura delle strade di montagna, eccetto agli autorizzati, come previsto dalla normativa vigente, con sorveglianza con fototrappole e la predisposizione di bocchette antincendio sui tracciati degli acquedotti".

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"Chiediamo nuovi mezzi di terra per i Vigili del Fuoco e l'organizzazione di un sistema di vedette per l’avvistamento incendi, valorizzando la formazione e il coordinamento dei volontari locali - aggiungono comitati e associazioni - Chiamiamo alla mobilitazione sul Masterplan della Regione Abruzzo per chiedere investimenti in prevenzione e messa in sicurezza del territorio e non lo spreco di risorse pubbliche in grandi opere o inutili o addirittura devastanti per l'ambiente e onerose per gli errori di progettazione (dalle strade alle funivie)".

I soldi "siano spesi per la sicurezza di scuole, ospedali ed edifici pubblici, per le bonifiche dei suoli inquinati e dei fiumi, per la prevenzione dai disastri". Infine, si chiede "trasparenza e partecipazione" nei processi decisionali sul post-incendio: incontri aperti alla cittadinanza e piattaforma internet istituzionale che segnali tutti i passaggi operativi del post-emergenza".

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Dal canto suo, D’Alfonso ha fatto una sintesi al termine dei lavori: “E’ necessaria innanzitutto una quantificazione precisa dei danni, e la Regione farà pressione per far vincere il relativo dossier in sede governativa. Poi va pensato un progetto ecosostenibile, elaborato su basi scientifiche, che prenda a bersaglio la parte di territorio lesa. La presenza di resti di legna bruciata e di ceneri si configura come emergenza immediata da fronteggiare per evitare che i prossimi eventi metereologici come pioggia e neve possano trasportarli a valle creando pericolo nelle zone abitate. Questo è l’elemento sul quale bisogna definire interventi mirati per i quali ho richiesto analisi dettagliate ai sindaci. Con questi dati torneremo a incontrarci presto”.

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