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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Rifiuti: aumenta la differenziata, diminuiscono i conferimenti in discarica

Secondo l'indagine "Noi Italia", basata su dati Istat, l'Abruzzo nel giro di una decina di anni ha acquisito una coscienza ambientale profonda, raggiungendo risultati vicini a quelli delle regioni del nord. Ma c'è ancora molto da migliorare

Quanto pesa nel panorama nazionale la raccolta di rifiuti urbani in Abruzzo? Come viene gestito il conferimento in discarica e a che punto si trova, la cosiddetta “regione verde” nell’avvio della raccolta differenziata? A queste domande risponde “Noi Italia, 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”, analisi Istat giunta alla settima edizione che, mettendo insieme diversi indicatori statistici, dall’economia, alla cultura, dal lavoro all’ambiente, cerca di immortalare lo Stivale, con un occhio attento su ogni regione. Ne emerge un Abruzzo che, nonostante la strada lunga ancora da fare, nel corso degli anni ha migliorato la cultura del rifiuto, imparando a differenziare i diversi materiali e a ridurre progressivamente i conferimenti in discariche esaurite o quasi del tutto piene.

Si scopre dunque che l’Abruzzo, nel 2013, ha raccolto 453,5 chilogrammi per abitante di rifiuti urbani. Un quantitativo di poco inferiore alla media italiana, che ammonta a 491 chilogrammi, e ben distante dalla media delle regioni di centro, 558, o da regioni come Toscana ed Emilia Romagna che hanno superato quota 600. Questi sono i dati forniti da Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).

L’evoluzione storica in Abruzzo dal 1996 all’ultimo anno preso in considerazione dall’indagine, il 2013 appunto, non mostra picchi significativi. 19 anni fa vennero raccolti 415,1 chilogrammi per ogni abruzzese, aumentati nel corso degli anni fino ad un massimo di un quintale e mezzo. Il dato più consistente risale al 2006, quando ogni cittadino produsse 541,4 chilogrammi di rifiuti urbani da smaltire in discarica. Da allora c’è stata una diminuzione progressiva, fino ai 453,5 del 2013, grazie anche all’impatto della raccolta differenziata obbligatoria, introdotta nel tempo in molte località regionali.

Nel 2013 la raccolta differenziata in Abruzzo ammontava al 42,9% del totale, meglio di tutte le altre regioni di centro-sud, ad eccezione della Campania che, nonostante i problemi ben noti, ha segnato un 44%. Le più virtuose risultano le regioni del nord, fra tutte il Veneto, con il 64,6% e la provincia autonoma di Trento, che raggiunge addirittura il 68,9%.

Gli ultimi 12 anni, comunque, hanno segnato risultati notevoli anche in Abruzzo, con un aumento progressivo e costante. Secondo i dati Ispra, nel 2001, solo l’8,9%  del totale dei rifiuti urbani, 42 chilogrammi per abitante, veniva differenziato nella giusta destinazione d’uso. Negli anni la coscienza verde degli abruzzesi è cresciuta, è aumentata la consapevolezza del riciclo e del riuso. Anche se molto c’è ancora da fare, nel 2013 194,5 chili di rifiuti urbani per abitante sono stati differenziati.

La diffusione di una cultura del riciclo e riuso ha contestualmente fatto diminuire le percentuali dei rifiuti urbani conferiti nelle discariche. Nel 2013, in Abruzzo, erano 70 chilogrammi per abitante, un numero di poco superiore alle regioni del nord-est, con una radicatissima coscienza ambientale, contro una media nazionale di 181,3 chili. La regione meno virtuosa, nonostante il numero di abitanti esiguo, risulta il Molise, che due anni fa ha portato nelle discariche 448 chilogrammi di rifiuti per ciascun abitante. Il Friuli Venezia Giulia ottiene il primato italiano, con appena 30 chilogrammi smaltiti in discarica.

Il panorama offerto dai dati del rapporto “Noi Italia” immortala un Abruzzo che acquisisce consapevolezza del proprio ambiente. Rispetto all’inizio del millennio, in tanti hanno imparato a differenziare, riciclare, ridurre al minimo gli sprechi. Tuttavia, il miglioramento costante non impedisce, ancora oggi, di imbattersi in spettacoli poco edificanti, dalle discariche abusive a cielo aperto, all’inquinamento di fiumi e specchi d’acqua, allo smaltimento fuori norma di rifiuti ingombranti o pericolosi. La “regione verde” d’Europa deve ancora migliorare e imparare ad amare le sue risorse ambientali.

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