In Italia mancano ingegneri, architetti, scienziati e statistici: è corsa alla laurea
Di contro, ci sono moltissimi laureati in discipline politico-sociali, umanistiche e psicologiche
Il recente rapporto Excelsior di Unioncamere ha evidenziato che in Italia ci sono pochi ingegneri, architetti, scienziati e statistici. Di contro, ci sono moltissimi laureati in discipline politico-sociali, umanistiche e psicologiche.
Chi desidera trovare lavoro dopo la laurea, dunque, deve valutare attentamente questi dati, perché si traducono automaticamente in richieste.
Il problema non è tanto attuale ma futuro. Nel giro di pochi anni ci saranno davvero poche figure professionali rispetto alla reale offerta di lavoro.
I dati analizzano i fabbisogni occupazionali 2019-2023: nel giro di 5 anni mancheranno 100mila laureati in Italia e ci sarà un importante disallineamento tra i percorsi di studio scelti e le richieste effettive di mercato.
Infatti, è stato registrato un calo all’incirca del 40% di immatricolazioni nelle facoltà di ingegneria, medicina, architettura, discipline manageriali, chimica, matematica e statistica.
Secondo le previsioni di Unioncamere mancheranno tra i 12.000 e 24.000 laureati all’anno, cifra che nel quinquennio equivale a 60.000-120.000 laureati in meno del necessario. Un dato negativo che verrà solo parzialmente compensato dalla disponibilità dei laureati disoccupati.
Allo studio di Unioncamere si aggiunge quello condotto da JpMorgan e Università Bocconi, che vede l’Italia al terzo posto al mondo (dopo la Corea del Sud e la Gran Bretagna) nella classifica dei Paesi con il maggior disallineamento tra i titoli di studio richiesti dal mercato del lavoro e le facoltà scelte dagli studenti.
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