Storie taciute: un nuovo spettacolo tutto al femminile al Florian Espace
L’ultimo appuntamento della terza edizione di Femminile Plurale | L'arte delle donne, una rassegna a cura di Giulia Basel e Chiara Sanvitale, è previsto sabato 23 marzo con uno spettacolo fresco di debutto, che riporta a Pescara una collaboratrice storica del Florian Espace: Flavia Valoppi che presenta Storie taciute - contiis di feminis che non son sui libris grains. Valoppi sarà in veste autrice, regista e narratrice in scena insieme a Chiara Grillo e Annalisa De Vittor, che arricchiscono e accompagnano con il canto lo svelarsi di queste storie a lungo taciute.
“Storie taciute nasce dalla voce delle nostre nonne e madri, nei nostri luoghi, paesi di contadini, dignitosi di povertà e relazioni, che si trasformano in paesi di guerra. Il nostro Friuli rappresenta simbolicamente tutte le terre che subiscono la violenza della guerra, e le nostre donne e i loro figli sono vittime del passato e del presente” spiega Flavia Valoppi (che si è avvalsa del contributo per i contenuti di Giulia Sattolo e dell’aiuto alla drammaturgia di Raffaella Simoncini) - “Quando ci siamo imbattute nella drammatica storia dei bambini e delle bambine, e delle loro sfortunate madri, rinchiusi nell’orfanotrofio di Portogruaro ci è parso di aver trovato il soggetto ideale per rendere operativo il nostro intento di dare voce a chi ha pagato pesantemente e silenziosamente il prezzo della violenza che la guerra porta con sé” .
Uno spettacolo di narrazione (in italiano) e canti (in friulano) per raccontare un’altra storia, quella nascosta tra le pieghe della grande storia stampata sui libri, quella taciuta e nascosta, quella delle donne che hanno formato la rete di sostegno alla società durante e dopo la prima guerra mondiale.
Sepolte negli archivi stanno le parole, (voci per lo più maschili), e la dignità delle donne abusate, usate dal nemico per offendere la terra e gli uomini che li ha sconfitti: “Il corpo della donna come campo di battaglia”, per citare Matei Visniec, che ha scritto un dramma teatrale sulle barbarie perpetrate nel Kosovo.
Il tempo è quello della grande guerra che si trasforma in un tempo sospeso che accoglie anche la nostra modernità perché, purtroppo, le guerre sono uguali sempre.
In scena tre artiste, cantanti e attrici che vigilano un baule che non è mai stato aperto, pieno di ricordi e cose da nascondere, vergogne forse. Il racconto si dipana tra narrazione e canti con lo sguardo limpido e tagliente di una ragazzina che ascolta i discorsi delle “donne grandi” e si fa un’idea di quello che accade.
Sabato sera, dopo la prima, il consueto momento di approfondimento e incontro con le artiste postPlay, che potrà essere seguito anche on-line sui canali del Florian Metateatro fb e Youtube.
Info e prenotazioni allo 085/4224087 o al 393/9350933 (anche Whatsapp).