“Non ditelo alle stelle” nella rassegna “S.E.I. a Teatro”
Venerdì 10 marzo, all’interno della rassegna “S.E.I. a Teatro ”, diretta da Milo Vallone e organizzata con la collaborazione dell’assessorato alla cultura del Comune di Pescara, andrà in scena “Non ditelo alle stelle”, per la regia di Federica Vicino. La partecipazione allo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo, prevede l’ingresso libero. L’appuntamento è alle ore 21, nel teatro Giovanni Paolo II - Madonna del Rosario. Per informazioni: 085/4549249 - 348/7127076 – info@tamtamcom.com.
Durante la seconda guerra mondiale i paesi di entrambi gli schieramenti applicarono l’internamento dei cittadini originari dei paesi nemici per timore dello spionaggio. L’Arandora Star, imbarcazione britannica che era stata una nave da crociera, fu riconvertita dal governo inglese in nave cargo e adibita al trasporto di prigionieri. Il primo luglio del 1940 sull’Arandora Star furono imbarcati 1500 prigionieri: si trattava di prigionieri di guerra, ma i più erano emigranti italiani. Fatta esclusione per gli 86 prigionieri di guerra, infatti gli altri uomini erano civili tra i 16 e i 75 anni, di origine italiana, emigrati nelle isole britanniche, in alcuni casi già da parecchio tempo.
A questi ultimi, sospettati (pretestuosamente) di essere spie - reali o potenziali - del fascismo, venne riservato un trattamento terribile: vennero loro negati i diritti civili e politici, a molti vennero confiscate le proprietà; ai familiari non furono date informazioni di alcun genere nè sul motivo dell’arresto nè su dove sarebbero stati deportati i loro cari. Il 1º luglio 1940, l’Arandora Star, stracarica di internati, ammassati nelle cabine trasformate in celle, e nella stiva, salpò dal porto di Liverpool. Il 2 luglio 1940, a largo della costa nord-ovest dell’Irlanda, fu centrata da un siluro sparato dall’U- Boat U47 e affondò in trentacinque minuti. Persero la vita più di ottocento persone, 446 delle quali erano italiane.
Ispirato a una storia vera, “Non ditelo alle stelle” è un allestimento di teatro civile che parla di guerra e di emigrazione. Il tenente Ingo Wiellefram, pilota della Luftwaffe, prigioniero di guerra, viene internato sull’ Arandora Star, in attesa di conoscere il suo destino. Emanuele Conti è un giovane emigrante italiano. Fa il cameriere in un caffè italiano ed è appena diventato padre di un bel bambino. Viene arrestato, con l’accusa (pretestuosa) di essere una spia del governo fascista. I due si incontrano a bordo dell’Arandora Star, il 1° luglio del 1940. Ingo Wiellefram è un ufficiale della Luftwaffe, e per questo, nonostante sia un detenuto, gli spetta un attendente.
Il comandante della nave decide di assegnargli uno degli emigranti italiani, e viene scelto proprio Emanuele. Ingo ed Emanuele sono persone molto diverse, parlano lingue diverse, hanno storie diverse, hanno idee diverse, provengono da culture diverse. Ma si ritrovano uno accanto all’altro, in una condizione di detenzione disumana. Ben presto si accorgono di stare viaggiando verso uno stesso destino. Un destino amaro. Ingrato. E in questo viaggio estremo ritroveranno se stessi.