“Ascoltare più di uno di me”: Alessandro Cannistrà in mostra all'Aurum
La terza mostra della seconda stagione espositiva dell’Alviani ArtSpace, spazio di ricerca e sperimentazione sul contemporaneo all’interno dell’Aurum di Pescara, diretto da Lucia Zappacosta, è la personale di Alessandro Cannistrà “Ascoltare più di uno di me” a cura di Marco Izzolino. Si tratta di un’installazione, un’opera d’arte totale, che predilige il linguaggio della latenza e sfrutta il fumo, il fuoco e la materia per collegarsi alle più avanzate sperimentazioni delle avanguardie del Ventesimo secolo.
Tanti sono gli elementi presenti che rimangono nascosti, latenti: la tensione verso l'alto, il peso, il colore, la presenza di luce esterna alla superficie "dipinta", il suono. Cannistrà lavora per sottrazione, ma tutto rimane presente in forma potenziale. L'artista modifica "concettualmente" il bianco indifferenziato delle pareti della sala che si ripiegano a creare una modanatura aggettante e irregolare in grado di assorbire elementi interni ed esterni all'ambiente, ma anche la fantasia e le suggestioni di coloro che entrano all'interno dell'installazione.
Come una nebbia uniforme, il nerofumo impedisce qualsiasi possibilità di orientamento. Ma ciò significa anche che tutte le possibilità restano aperte. Bastano poche modificazioni nella sua composizione perché l'osservatore possa credere di intravedere e sentire qualcosa di corporeo. La sensazione (ancestrale) è quella di trovarsi all'interno di un bosco. La tensione verso l'alto si tramuta in una tensione verso la propria interiorità e la necessità di esternarla.
Al centro dell’installazione un oggetto definito, liscio, spigoloso che sfugge alla forza di gravità in grado di calamitare il pensiero. Questa mostra, per la prima volta, sintetizza in una sola installazione gli ultimi due anni di lavoro di Alessandro Cannistrà e rappresenta l’inizio della collaborazione dell’Alviani ArtSpace con diversi spazi di ricerca d’arte contemporanea in Italia. Il linguaggio di fumo e fuoco concettualizzato nella galleria “Officine dell’immagine” di Milano è stato utilizzato in una mostra da poco presentata presso il "Centro Cultural Borges" di Buenos Aires, organizzata dall'Ambasciata Italiana e dal Consolato Generale d'Italia, dall'Istituto Italiano di Cultura con la collaborazione del Governo della Città di Buenos Aires.
Parte di questa installazione è stata, inoltre, esposta l'anno scorso allo Studio Lab, dipartimento di ricerca del "Liquid art system" di Capri. Oggetto di pensiero è stato invece presentato come progetto speciale della Galleria Toselli al MiArt 2014.