"Abbiamo visto un film", presentazione del libro di Andrea Astolfi allo Spazio Bianco
La nuova galleria d'arte contemporanea ospita, venerdì 22 febbraio, la presentazione di un libro unico nel suo genere in Italia. Si intitola “Abbiamo visto un film” ed è stato scritto da Andrea Astolfi, un 29enne originario di Atri che studia e lavora a Milano.
Stampato su carta fotografica in sole 150 copie numerate e firmate, autoprodotto, sprovvisto di Isbn, è un volume palindromo e double face: da un lato si legge in italiano, dall’altro in inglese. È stato finalista nella prima edizione del premio letterario “Beppe Salvia” del 2018 ed è, ma al contempo non è, un libro di poesia.
Astolfi è un poeta visivo. Fotografa parole. Un poeta di “monoversi”, frames lirici. Si ispira agli haiku giapponesi ma ne scarnifica ulteriormente, definitivamente la metrica. La nuda e lucente pagina bianca sovrasta e restituisce peso al pochissimo testo steso. Con fotogrammi di senso, l’autore cerca di catturare il qui e adesso, lasciando libero il lettore di vagare con la fantasia. Spiega Astolfi:
"È un libro costruito per sottrazione piuttosto che per implementazione, dal momento che sono arrivato alla forma attuale del libro attraverso la decostruzione di un libro omonimo di poesia lirica che non vedrà mai la luce. È quindi un libro sulla decostruzione della materia poetica e sulla possibilità creativa che ne deriva: inizia come un libro di poesia tradizionale, ma presto il meccanismo si inceppa e la scrittura inizia ad asciugarsi progressivamente. Si arriva così a una scrittura che guarda all'haiku e all'estetica del vuoto sino/giapponese, che inizia a trapelare mano a mano sulla pagina. Questo libro disegna una svolta nella mia ricerca, ovvero un passaggio da una scrittura in forma di poesia lirica a un primo livello di non-scrittura, di grado zero della scrittura. Credo sia un libro che tenda più verso il mondo dell’arte propriamente detta".