Marco Patricelli presenta "Tagliare la corda" alla libreria Feltrinelli
Fu una fuga o un allontanamento quello del Re e del governo Badoglio che, a poche ore dalla proclamazione dell’armistizio, lasciarono Ortona? Se ne discuterà giovedì 18 gennaio, alle ore 18, nella libreria Feltrinelli di Pescara per la presentazione del libro "Tagliare la corda. 9 settembre 1943: storia di una fuga". Oltre all’autore, Marco Patricelli, interverranno anche Antimo Amore, Claudio Valente e Gianni Melilla. Ingresso libero.
Tragedia e farsa si sono spesso mescolate nella narrazione storica ma come e perché le cose andarono in quel modo è possibile ricostruirlo attraverso il racconto di Patricelli che mette a confronto fonti d’archivio, atti processuali, diaristica e memorialistica dei protagonisti, nonché contributi individuali di spettatori della fuga di Pescara (e di Ortona). Una ricostruzione storica che ripercorre come quel 9 settembre gran parte della storia si fece a Pescara.
“Il giorno della proclamazione dell’armistizio è uno dei più dolorosi e meno lineari della nostra storia”, scrive il parlamentare di Forza Italia Nazario Pagano. “Su quello che accadde e sulle decisioni che determinarono gli eventi ci sono numerose zone d’ombra frutto di ricostruzioni affrettate, di versioni addomesticate, di incapacità o di precisa volontà di non dare risposte neppure in sede di commissioni d’inchiesta o processuali. Il libro ‘Tagliare la corda’ di Marco Patricelli – storico attento, puntuale e scrupoloso, cui vanno i miei complimenti più sinceri – che getta una luce anche interpretativa sugli avvenimenti successivi al proclama di Eisenhower e a quello del Maresciallo Badoglio con un puntuale incrocio delle fonti, l’integrazione con documentazione inedita e la verifica dei memoriali”.
E ancora: “Il primo punto chiaro è che solo in Italia viene adoperata la formula ‘armistizio’ invece che di ‘resa incondizionata’ per alleggerire le responsabilità delle classi dirigenti e della monarchia che dimostrarono tutta la loro inadeguatezza. Poi perché venne scelta Pescara come terminale di un allontanamento che solo il 9 settembre diventa tecnicamente, storicamente e fattualmente una vera e propria fuga”, ha detto Pagano, che ha parlato di “una ricostruzione incalzante, lungo 30 ore che aprirono una ferita nelle coscienze e che in qualche modo è giunta fino ai nostri giorni”.