Luca Pompei presenta a Spoltore “Come gli Alberi Spogliati ad Aprile”
“Come gli alberi spogliati ad Aprile” (Masciulli Edizioni) è il titolo del secondo romanzo di Luca Pompei.
Il libro vede anche la collaborazione dell’autore con la nota fotografa abruzzese Rossella Caldarale che ha curato la foto di copertina e con la quale è in progetto un evento di presentazione legato ad una mostra su una lunga serie di scatti che la Caldarale ha effettuato nel vasto mondo dei borghi abbandonati e terremotati d’Abruzzo. Altra prestigiosa collaborazione quella con il giovane e già pluripremiato scrittore abruzzese Peppe Millanta che per questo romanzo ha scritto una prefazione di assoluto valore.
Venerdì 15 novembre a Spoltore si terrà la presentazione del libro insieme ad Alessandra Renzetti.
Luca Pompei presenta a Spoltore “Come gli Alberi Spogliati ad Aprile”
A distanza di tre anni dall’uscita del thriller “La T@lpa Muta”, il giornalista scrittore ha voluto cambiare in qualche modo direzione, esplorando il dramma del dopo terremoto, quello vissuto in un borgo alle porte de L’Aquila, Casentino (frazione di Sant'Eusanio Forconese). Attraverso un’attività di studio ed inchiesta, Pompei ha visitato questi luoghi, ha conosciuto i suoi pochi abitanti, raccolto storie ed aneddoti per poi ricamare una storia di finzione che fa da legante ad una serie di vicende e personaggi reali.
Il tema principale, ovviamente, è quello di una ricostruzione sociale, al fianco di quella materiale, quasi impossibile da immaginare, ma, nonostante questo, l’estremo attaccamento per le tradizioni, le origini e la storia di questo borgo, porterà i personaggi di questo romanzo a combattere per un proprio riscatto.
“Il titolo – spiega l’autore – nasce dalla prima immagine che mi ha colpito nel viaggio verso L’Aquila quel 6 aprile del 2009, per documentare la tragedia: sul ciglio della Statale alberi completamente spogli tanto violenta era stata la scossa delle 3.32, uno scenario autunnale in piena primavera”.
Alberi spogliati ad aprile sono anche i tanti personaggi del romanzo, privati di tutto e non solo della loro casa, ma il loro senso di appartenenza ed il profondo senso di resilienza danno, in fondo, loro quell’immagine di piccoli eroi di provincia.