'Corpografie', l'edizione 2019 allo Spazio Matta di Pescara: il programma
La sesta edizione della rassegna di danza 'Corpografie', dal 1° al 15 settembre, invita spettatori e artisti partecipanti a pensare gli atti della danza, per tentare di cogliere e favorire la natura dei gesti danzati. Negli ultimi anni la danza ha intensificato anche nel nostro paese la sua presenza, sulle scene e nel mondo dell’audiovisivo. Forse la sua attrattiva ha qualcosa da insegnarci sul nostro tempo?
Infatti la performance coreografica contemporanea non rappresenta più una finzione, ma realtà da condividere, elaborazione di senso, racconto incorporato da offrire al pubblico, corpo offerto allo sguardo nella sua verità.
La danza oggi investe nella relazione, entrando nell’ambito politico, come nel laboratorio di trasmissione di Giovanni Impellizzieri, trasmissione del sapere dell’artista ai danzatori chiamati a condividere o come nell’invasione dei corpi dei danzatori della via principale di Pescara, corso Umberto, nella Nelken line, omaggio alla grande Pina Baush a dieci anni dalla sua scomparsa.
La danza racconta per simboli il mondo e diventa una proposta di relazione e di incontro. La danza oggi mostra la capacità del corpo di generare idee, come nella proposta di Hisashi Watanabe (Giappone) e Laura Petrini, idee, rappresentazioni e ritualità che ci avvicinano alla contemporaneità dell’Estremo Oriente.
Ritualità è l’omaggio ai 50 anni dall’allunaggio dell’Apollo 11, di “Voglio la Luna”, del Gruppo E-Motion con al violoncello Agnieszka Osza?ca (su musica di Bach), in cui la partitura musicale stringe la sua relazione con la danza, in un’architettura che accompagna le fasi lunari.
'Corpografie' è una rassegna che intercetta e convoglia pensieri e progetti, incrocia temi e questioni al cuore del nostro vivere come modalità di libero sviluppo della ricerca artistica. Alla creazione artistica contemporanea il compito di guardare e narrare la realtà con le sue complessità e le sue contraddizioni in una pluralità di immaginari e culture.
E di narrare visioni e suggestioni di realtà, ora intime, ora estetiche, ora ironiche, si occuperanno i danzatori ed i musicisti del progetto “Six Pianos”, per l’apertura della rassegna il 1° settembre. Al centro di tutti questi percorsi è il “corpo”, inteso come strumento evocativo per indagini personali, astratte o politiche. Il Corpo è politico, è religioso, parla della propria identità, della propria storia. Questa la potenza politica del corpo danzante.
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