Avvocati e concorrenza, se ne parla in un convegno all'Aurum
Il Fronte Sovranista Italiano invita gli avvocati, i professionisti e i cittadini interessati, al settimo seminario sui propri documenti programmatici, elaborati come fedele attuazione del programma costituzionale.
Presso l'Aurum (Sala Michelucci, ingresso posteriore lato mare) verrà presentato il documento approvato nel corso della II assemblea nazionale del FSI tenutasi a Roma lo scorso 24 settembre e che, seppur dedicato all'avvocatura, coinvolge tutto il mondo professionale, interessato dal processo di liberalizzazione avviato con il "Decreto Bersani".
A illustrarlo sarà Lorenzo D'Onofrio, avvocato e segretario del partito, autore del documento. “Per l'Unione europea le professioni intellettuali sono imprese e gli ordini professionali associazioni di imprese, da assoggettare alle norme dei Trattati sulla concorrenza”. Un'affermazione così dirompente è stata il presupposto del processo di liberalizzazione che ha spinto la transizione dell'avvocatura da una concezione garantista a una concezione mercatista.
I Padri Costituenti avevano ben presente quel modello, che hanno rifiutato ritenendo inaccettabili i costi sociali dell'ideologia della libera concorrenza. La duplice funzione sociale da essi riconosciuta alla professione forense, da un lato volta alla difesa dei diritti dei cittadini, dall'altro a garantire l'attuazione della giustizia e dell'ordinamento, l'ha a lungo preservata dalle insidie delle logiche di mercato, ritenute inidonee ad assicurare lo svolgimento efficiente della professione e ad apprestare tutela all'interesse generale ad essa sotteso.
Il percorso di "modernizzazione" delle professioni, sospinto dall'integrazione europea inseguendo un modello - quello statunitense dei grandi studi-imprese - vecchio di oltre 30 anni, ha relegato gli avvocati - e i professionisti in generale - a meri produttori di servizi, in concorrenza tra di loro ma anche con altri professionisti e prestatori di servizi e, soprattutto, con il grande capitale.