Il Conservatorio D'Annunzio celebra la Giornata della Memoria con “Brundibár”
Risale al 23 settembre 1943 la sua prima rappresentazione all’interno del campo di concentramento di Theresienstadt. Il Conservatorio “Luisa D’Annunzio” di Pescara ha scelto “Brundibár”, opera per bambini del compositore ceco di origine ebrea Hans Krása, per celebrare la Giornata della Memoria.
L’appuntamento, aperto alla cittadinanza, è in programma il 27 gennaio. L’opera è particolarmente significativa perché rappresentata più volte all’interno del campo di concentramento di Theresienstadt.
In scena ci saranno un’orchestra, un coro di voci bianche, voci soliste e attori, tutti studenti dell'istituto diretti da Paola Ciolino. La realizzazione di questo progetto ha coinvolto varie forze del Conservatorio, tutte spinte dalla volontà di produrre uno spettacolo dove musica, canto e recitazione raccontano in maniera più lieve una delle pagine più tragiche e dolorose della storia dell’uomo. Il Giorno della Memoria cerca di prendere in carico il ricordo tremendo di quanto è accaduto e la responsabilità preventiva della nostra comunità nei confronti del futuro.
Note di scena Brundibár, ricordare mediante la memoria
Brundibár è un’opera per bambini in due atti del compositore cecoslovacco Hans Krása (1989-1944) su libretto di Adolf Hoffmeister (1902-1973) ispirata da un’antica commedia di Aristofane.
L’Operina venne scritta nel 1938 in occasione di un concorso organizzato dal governo locale, ma a causa degli sviluppi politici del tempo, il concorso venne annullato e l’opera non fu più rappresentata. Nel 1941 Krása venne recluso nel campo di concentramento di TerezÍn, città-ghetto della Cecoslovacchia, dove furono deportati anche molti bambini.
L’opera fu riadattata dal compositore ebreo in base ai musicisti disponibili e fu rappresentata 55 volte nel campo di concentramento, divenendo il simbolo della propaganda nazista per dimostrare la funzionalità e l’attenzione che il ghetto di TerezÍn e le autorità del Terzo Reich avevano nei confronti della vita culturale e dei bambini.
L'Opera racconta la storia di due fratelli, Aninka e Pepícek, che cercano di procurarsi del denaro per comprare il latte alla mamma malata e con il papà in guerra.
I due bambini chiedono aiuto in strada ad alcuni passanti, senza però ottenere il denaro necessario. Nel frattempo in paese arriva Brundibár, un gradasso suonatore di organetto, che cantando in piazza riesce a guadagnare molte monete.
Riflettendo su ciò che vede, Aninka inizia a pensare che cantando per strada insieme al suo fratellino può guadagnare i soldi necessari. I due cercano di imitare il malvagio suonatore e provano a cantare una filastrocca senza ottenere successo. Brundibár, infastidito dal canto, insieme ad altri adulti caccia via i due bambini minacciandoli. Tristi, i due fratellini si addormentano in strada e la mattina, al risveglio, un cane, un passerotto e un gatto decidono di aiutarli chiedendo aiuto a tutti gli scolari per cantare insieme e formare un coro per sfidare Brundibár.
Tutti gli studenti accettano con coraggio la proposta e iniziano a cantare permettendo ad Aninka e Pepícek di raccogliere il denaro necessario. Brundibár sottrae i soldi guadagnati dai due fratelli, ma tutti i bambini lo inseguirono costringendolo a restituire il denaro rubato.
Soddisfatti e compiaciuti per aver cacciato il Maligno, l’opera si conclude con la Marcia e il canto dei bambini simbolo di vittoria, amicizia e giustizia.
L’Opera è la metafora dell’ascesa al potere di Hitler e del Terzo Reich e dell’oppressione di un intero popolo. Brundibár, racchiude un grande simbolismo tramite il quale si condanna l’ideologia nazista a favore di un messaggio di fiducia e di coraggio.
Le opere musicali sopravvissute all’Olocausto, spiegano meglio di molti libri l’orrenda realtà di uno dei più tristi e incomprensibili capitoli di storia dell’umanità.
I suoni e le parole dell’Operina continuano ancora oggi a illuminare di speranza il mondo e a tenere acceso il ricordo mediante la memoria e la musica.