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'Aggiungi un posto a tavola', l’Arcidiocesi di Pescara-Penne celebra il Natale “in periferia”

Stasera alle 21.45 monsignor Valentinetti raggiungerà la frazione del Comune di Cermignano «per condividere simbolicamente le difficoltà che tanti fedeli vivono». Domani, invece, alle 10, l'arcivescovo celebrerà la solennità nel carcere di San Donato, a Pescara

È un Natale in uscita la solennità che quest’anno festeggia l’arcidiocesi di Pescara-Penne. «Un Natale – afferma monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo – che può aiutarci a vivere meglio il mistero di un Dio che si incarna nella storia umana e non nelle sacrestie». Per questo, le veglia della Vigilia, sarà celebrata nel container della comunità di Montegualtieri, sponda teramana della chiesa pescarese, colpita duramente dal terremoto.

Alle 21.45 di questa sera monsignor Valentinetti raggiungerà la frazione del Comune di Cermignano «per condividere simbolicamente le difficoltà che tanti fedeli vivono – continua l’arcivescovo – e per gridare, insieme a loro, la speranza che il Natale ci dona, seppur nell’essenzialità di una dimora arrangiata e nella povertà di una famiglia itinerante». Domani, invece, alle 10, l’arcivescovo celebrerà la solennità nella casa circondariale di San Donato, a Pescara.

Le messe in “periferia” non sono state le uniche scelte della chiesa locale che per l’occasione ha proposto “Aggiungi un posto a tavola”, «un’iniziativa – specifica Valentinetti – che non vuole limitarsi esclusivamente al Natale e che ci chiede di aprire le nostre case a chi è lontano dalle famiglie, ai poveri di Pescara, agli immigrati, a chi è nel bisogno».

Ad oggi sono 40 le famiglie che hanno chiesto di ospitare un povero in casa per il pranzo natalizio, un numero in crescita ora per ora, oltre ai tanti che hanno chiesto informazioni per proporre ospitalità in altri giorni. Resteranno aperte, ovviamente, la mensa di via Alento e la cittadella dell’accoglienza, vestite a festa grazie alla presenza di tanti volontari e di diverse iniziative.

«Vedere la mensa e i nostri centri pieni di persone anche il 25 dicembre – conclude il presule – non è un bel dato e ci dice che in tanti non possono contare, nemmeno a Natale, sui nuclei parentali e sulle relazioni amicali, ma è bello vedere come tanti siano coloro che scelgono di donare un gesto di vicinanza anche in questi giorni. Il nostro Natale in uscita, però, non vuole essere un’occasione per essere più buoni, ma vuole continuare a proporre uno stile di Chiesa che sa farsi prossima, che sa abitare le periferie, che è povera con i poveri».

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