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Economia

Consentito il cibo da asporto, ma a Padovano non basta: "Il settore è allo stremo"

Secondo il consigliere nazionale della Fipe "tante piccole attività versano in una grave situazione debitoria e non riusciranno a riaprire in mancanza di indennizzi a fondo perduto da parte dello Stato"

“L’ordinanza della Regione che consente l’asporto viene incontro alle richieste di tanti pubblici esercizi in quanto consente di riallacciare un rapporto con la clientela, ma resta la drammatica situazione che stanno vivendo bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie e pizzerie. Il settore è allo stremo in quanto è stato perso completamente il fatturato di oltre tre mesi di lavoro ed anche se si dovesse riaprire al pubblico dal 18 maggio moltissimi fra bar, ristoranti, pizzerie potrebbero non riaprire”.

È quanto afferma il pescarese Riccardo Padovano, consigliere nazionale della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), secondo il quale "tante piccole attività versano in una grave situazione debitoria e non riusciranno a riaprire in mancanza di indennizzi a fondo perduto da parte dello Stato". Non solo:

"Anche i pubblici esercizi più strutturati, che sono riusciti a contenere i danni, potrebbero decidere di non riaprire se dovessero venire confermate le prescrizioni ipotizzate che comporteranno la perdita del 60/70% dei posti a sedere e degli spazi comunque destinati alla clientela”.

Per questo motivo la Fipe si batterà per "ottenere un piano di riapertura con tempi e modalità certe condiviso con gli operatori, con norme che riescano a contemperare la salute e la possibilità di lavorare".

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