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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Mercato immobiliare, Abruzzo in controtendenza rispetto al Paese: scende il valore delle abitazioni

In Italia 11 regioni su 20 hanno visto tornare a crescere il valore del mattone, non è stato così in Abruzzo e in altri territori dove rispetto al 2021 i proprietari hanno ridimensionato le loro aspettative

Torna a crescere il valore del mattone in Italia, ma non in Abruzzo che è tra le regioni dove il valore della abitazioni nell'ultimo anno è sceso. A riportare i numeri è l'agenzia Dire. In 11 regioni su 20, infatti, i prezzi sono più alti rispetto al 2022, ma non è così nella nostra regione dove il calo è stato dell'1,3 per cento. Peggio è andata a Molise (-5,9 per cento) e Basilicata (-4,7 per cento) dove i proprietari hanno ridimensionato maggiormente le loro aspettative negli ultimi 12 mesi. Tra chi scende anche con percentuali sopra l'un per cento anche Lazio (-1,2 per cento), Piemonte (-1,1 per cento) e Calabria (-1 per cento). Più contenuto, ma comunque in discesa, il valore del mattone anche in Sicilia (-0,8 per cento), Umbria (-0,7 per cento) e Campania (-0,6 per cento).

A soffrire dunque il centro-sud con le regioni del nord, eccetto il Piemonte, dove invece il valore del mattone cresce e lo fa soprattutto in Valle D'Aosta con un più 6,4 per cento, in Friuli-Venezia Giulia (5 per cento), Lombardia (4,9 per cento), Veneto (4,6 per cento), Emilia-Romagna (3,8 per cento) e Trentino-Alto Adige (3,2 per cento). Variazioni superiori alla media nazionale dell'1,2 per cento anche in Liguria e Puglia (entrambe 2,1 per cento); rialzi più contenuti in Sardegna (1 per cento).

Per quanto riguarda i prezzi, il Trentino-Alto Adige si conferma anche nel 2022 la regione più cara d'Italia con i suoi 2.708 euro di media, seguita da Valle d'Aosta (2.623 euro al metro quadrato) e Liguria (2.498 euro al metro quadrato). Valori immobiliari al di sopra la media nazionale anche in Toscana (2.364 euro al metro quadrato), Lazio (2.173 euro al metro quadrato) e Lombardia (2.113 euro al metroquadrato). Quattordici regioni offrono prezzi inferiori alla media italiana compresi tra i 1.785 euro al metro quadro dell'Emilia-Romagna e gli 853 del Molise, la regione più economica per l'acquisto di una casa.

Non fanno eccezione i mercati cittadini, con aumenti in 74 capoluoghi su 107 considerati. Con rialzi a due cifre spiccano Monza (13,6 per cento), Bolzano (12,2 per cento), Treviso (11,8 per cento), Trieste (11,4 per cento) e Udine (10,9 per cento). Mentre, tra i mercati che hanno visto abbassarsi di più le aspettative dei proprietari, troviamo Isernia (-9,7 per cento), Oristano (-9,1 per cento) e Nuoro (6,4 per cento). Per quanto riguarda i grandi mercati cittadini, il mattone milanese archivia un altro anno record con un ulteriore incremento dei valori del 7,6 per cento. Prezzi in generale aumento un po' in tutti i grandi centri: i maggiori a Bologna (6,9 per cento) e Palermo (5 per cento), poi a scendere Torino (2,4 per cento), Firenze (1,5 per cento), Roma (1 per cento) e Napoli (0,9 per cento).

È Milano con i suoi 4.965 euro al metro quadro a svettare nella graduatoria dei prezzi delle case, davanti a Bolzano (4.412 euro al metro quadrato) e Venezia (4.375 euro al metro quadrato). Nella top 5 dei valori troviamo Firenze (3.969 euro al metro quadrato), Bologna (3.325 euro al metro quadrato), Roma (3.011 euro al metro quadrato è la sesta del ranking, Napoli (2.439 euro metro quadrato) è solo quindicesima. Nella parte bassa della classifica Ragusa (795 euro al metro quadrato), Caltanissetta (728 euro al metro quadrato) e Biella (687 euro al metro quadrato) sono le più economiche

I prezzi delle abitazioni usate in Italia hanno segnato un incremento dell'1,2 per cento nel corso del 2022 raggiungendo il valore medio di 1.843 euro, rispetto ai 1.821 euro dell'anno scorso. Considerando la variazione trimestrale, i prezzi sono aumentati del 2 per cento nell'ultima parte dell'anno. A dirlo è l'ultimo report di idealista, il portale immobiliare leader per lo sviluppo tecnologico in Italia.

L'aumento tendenziale dei valori immobiliari interessa 60 province su 106: 15 aree presentano prezzi di richiesta aumentati più del 5 per cento rispetto a 12 mesi fa guidate da Treviso (10,2 per cento), Bolzano (9,6 per cento) e Rimini (9,5 per cento). Anche Milano e Bologna che crescono rispettivamente del 7,6 per cento e del 5,2 per cento; 27 province registrano aumenti percentuali sopra la crescita media del settore; altre 18 province sono comprese tra 1,2% per cento di Barletta-Andria-Trani e lo 0,1 per cento di Genova, Latina e Roma. Viterbo è l'unica provincia a presentare gli stessi prezzi di 12 mesi fa, nella parte negativa della graduatoria, i cali maggiori toccano Sondrio (-10,6 per cento), Nuoro (-7,2 per cento), Campobasso, Isernia (-5,7 per cento per entrambe), Matera (-5,2 per cento) e Oristano (-5 per cento).

Per il resto delle 39 province si va dal -4,3% dell'Aquila, sino al -0,1 per cento di Crotone, Pistoia e Palermo. Bolzano (4.354 euro al metro quadrato) consolida anche nel 2022 il primato dei prezzi del mattone provinciale, seguita da Milano (3.340 euro al metro quadrato), Savona (3.128 euro al metro quadrato) e Lucca (3.073 euro al metro quadrato). All'opposto del ranking, Biella con 602 euro di media è la provincia più economica davanti a Caltanissetta (681 euro al metro quadrato) e Isernia (695 euro al metro quadrato).

Secondo Vincenzo De Tommaso, responsabile dell'Ufficio Studi di idealista “il 2022 ha segnato la fine dei tassi bassi sui mutui e un rallentamento della domanda più accentuato nell'ultimo trimestre, mentre i prezzi hanno continuato a salire. Il 2023 sarà condizionato da instabilità e incertezza economica dovuta al conflitto russo-ucraino, la crisi energetica, l'aumento del prezzo delle materie prime e l'inflazione galoppante, con molti potenziali acquirenti che dovranno rimandare l'acquisto della casa. Prevediamo tempi di commercializzazioni degli immobili più lunghi e un calo delle compravendite rispetto al 2022, mentre i prezzi si raffredderanno pur senza subire particolari variazioni. Non sarà un processo omogeneo – conclude - e le aree con meno domanda sperimenteranno queste tendenze prima e con più forza. Gli immobili di fascia medio bassa probabilmente accuseranno i maggiori ribassi nel corso dell'anno prossimo”.

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