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Sanità Abruzzo, l'allarme degli Ordini provinciali: "600 infermieri in pensione anticipata"

L'evento, per gli ordini provinciali dell'Abruzzo, è stato l'occasione per denunciare come nel giro di pochi mesi saranno 599 gli infermieri che andranno in pensione anticipata grazie clausola di “quota 100”

“La sanità non funziona senza infermieri”. Questo lo slogan scelto per la giornata internazionale dell’infermiere che è stata celebrata in tutto il mondo ieri, domenica 12 maggio.
L'evento, per gli ordini provinciali dell'Abruzzo, è stato l'occasione per denunciare come nel giro di pochi mesi saranno 599 gli infermieri che andranno in pensione anticipata grazie clausola di “quota 100”.

Nella nostra regione sono più di 11mila gli infermieri in servizio nelle Asl e in loro rappresentanza parlano i presidenti dei quattro Ordini provinciali delle professioni infermieristiche di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo:

  • Giancarlo Cicolini; 
  • Maria Luisa Ianni; 
  • Irene Rosini;
  • Cristian Pediconi.

Questo quanto segnalano i quattro presidenti che lanciano un allarme sul futuro della sanità regionale e sui servizi che potranno venire a mancare con la carenza di organico:

«Circa 599 infermieri in Abruzzo sono pronti ad andare in pensione anticipata approfittando della clausola di “quota 100”, con l’effetto di rendere ancora più pesante la già grave carenza di personale sanitario nelle Asl, che rischia di portare a un “buco” stimato in 2.482 unità, pregiudicando ulteriormente la sicurezza delle cure per i cittadini. Secondo i dati elaborati dal centro studi Fnopi (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche), in Abruzzo il fabbisogno rischia di salire a 155,93 professionisti sanitari mancanti ogni 100mila abitanti, rispetto a una media nazionale di 126».

In particolare, in base alle stime del centro studi Fnopi, sono 1.996 gli infermieri in Abruzzo che, al 31 dicembre 2018, hanno maturato i requisiti previsti da “quota 100”: di questi la Fnopi valuta che 599 potrebbero effettivamente usufruirne, ovvero il 59,11% del personale sanitario (compresi medici e altre figure) considerati in uscita nei prossimi mesi. A questi si aggiungono 481 pensionamenti ordinari, per raggiunti limiti di età a fine dicembre 2018, che si vanno a sommare alla “strutturale” carenza di 1.452 infermieri rispetto alle reali esigenze dei cittadini. Di questi ultimi ne mancano 719 necessari sul territorio per l’assistenza alle persone fragili (non solo anziani, ma anche malati cronici, non autosufficienti e altri pazienti che necessitano di una gestione sanitaria costante) e altri 733 infermieri secondo i parametri per le dotazioni organiche fissati dall’Unione europea e che l’Italia e soprattutto l’Abruzzo non rispettano. 

Altro dato interessante fornito dagli ordini provinciali degli infermieri è quello secondo il quale le famiglie abruzzesi risultano terze in Italia per tasso di impoverimento causato dalle spese sanitarie out of pocket. Un fenomeno che a livello nazionale colpisce oltre 300mila famiglie, mentre l’Abruzzo partecipa con circa 15mila famiglie finite al di sotto della soglia di povertà per pagare le spese sanitarie.

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