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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

In nove mesi 92 imprese artigiane in meno in Abruzzo, la Cna: "Servono misure di sostegno mirate"

Tra iscrizioni e cancellazioni saldo ancora in negativo rileva lo studio condotto per la Confederazione da Aldo Ronci. Pescara "la migliore" tra le province seppur con il segno meno, il vicedirettore regionale Calice fa il punto sui sostegni necessari a fermare l'emorragia

Tra iscrizioni e cancellazioni nei primi nove medi del 2023 l'Abruzzo ha perso 92 imprese artigiane. Il dato emerge dall'ultimo studio dell'economista Aldo Ronci condotto su dati Movimprese per conto della Cna. Insomma, l'Abruzzo si conferma, sottolinea Ronci, una terra poco promessa per questo tipo di attività anche alla luce del fatto che se l'Abruzzo scende mediamente in Italia, si cresce.

“Tra gennaio e settembre – spiega - le iscrizioni sono state 1.222 e le cessazioni 1.314, per cui le imprese artigiane hanno subito un decremento di 92 unità. In valore percentuale hanno registrato una flessione dello 0,33 per cento, in controtendenza con l’incremento nazionale che è stato dello 0,40 per cento: questa flessione posiziona l’Abruzzo al penultimo posto della graduatoria nazionale, davanti solo all’Umbria e con il Molise davanti a noi. Un quadro negativo specifico, quello dell’artigianato, perché se guardiamo invece al complesso del mondo dell’impresa i numeri cambiano un po' in meglio: 362 unità in più, ma con un incremento percentuale che però è meno della metà di quello nazionale”.

La crisi delle imprese artigiane nei numeri delle province abruzzesi

La flessione di 92 unità nei primi nove mesi dell’anno segna un risultato peggiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (allora il calo era stato di 56 imprese artigiane) in quanto le iscrizioni sono diminuite e le cessazioni aumentate. Dati negativi che si registrano in tutte le province con Pescara che, rispetto alle altre, è quella che “soffre” meno. Sette le imprese in meno sul territorio Pescarese. Peggio di tutti fa Chieti con meno 47, seguono Teramo con meno 24 e L'Aquila con 14 imprese artigiane in meno.

A soffrire di più sono le attività manifatturiere (legno, abbigliamento e alimentari): 88 imprese hanno abbassato le saracinesche con picchi negativi nella provincia di Teramo e in quella di Chieti. Male anche nella ristorazione con 42 imprese in meno così come nel settore riparazioni auto e prodotti per la casa (meno 37). Chiude la classifica in negativo il settore trasporti con 31 aziende in meno.

Solo due i settori in cui si cresce: i servizi alla persona (più 51) e le costruzioni: 44 in più in totale, numero quasi tutto concentrato però nei territori di Teramo e Pescara, che hanno un saldo attivo complessivo di 39 unità.

Il vicedirettore regionale Cna Silvio Calice sui sostegni necessari per fermare l'emorragia delle imprese artigiane

Un'emorragia cui, sottolinea la Cna, va posto un freno e per farlo afferma il vicedirettore regionale Silvio Calice, non basta una sola misura, ma serve un cantiere di proposte perché la crisi è forte. “Dal 2009 ad oggi abbiamo perso per strada quasi 7mila imprese artigiane, che vogliono dire qualcosa come circa 20mila addetti, più di quanti ne metta assieme il distretto dell’automotive”, ricorda. “In Abruzzo avremmo una legge regionale sull’artigianato piuttosto avanzata, sennonché in tutti questi anni i diversi governi regionali che si sono succeduti non le hanno dato attuazione, nonostante contenga strumenti per rafforzare e sostenere le microimprese. Vanno attivati sistemi di accompagnamento e assistenza, anche attraverso la collaborazione con le associazioni di categoria”, chiosa Calice.

Altri strumenti sono da individuare “nel potenziamento del ruolo dei Confidi per l’accesso al credito bancario e nello sviluppo del micro-credito: uno dei nodi che spiega la forte mortalità del nostro sistema di micro imprese è legato alle difficoltà di accesso al credito, ma serve anche un sostegno alle imprese artigiane e alle Pmi nel processo di successione, con la promozione di iniziative di formazione e informazione sul trasferimento di azienda: ci sono aziende sane che chiudono perché non si trova chi le voglia rilevare”, sottolinea il vcedirettore regionale della Cna.

Ultimi capitoli, ma non certo in ordine di importanza, sono quelli legati “a misure per il sostegno alla digitalizzazione, all’internazionalizzazione, alla transizione green, al sostegno mirato alle giovani start-up innovative: un settore, quest’ultimo – conclude Calice -, che come ci rivela ogni anno il Premio Cambiamenti presenta in Abruzzo un tessuto ricco vivacissimo fatto di giovani imprenditori pieni di idee innovative e qualità”.

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