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Consumo di bevande nelle attività artigianali di ristorazione, Pescara l'unica città a "burocrazia zero"

La Cna ha effettuato uno studio in cui si dimostra che Pescara è l'unico capoluogo dove gli artigiani del settore della ristorazione non sono costretti a rispettare oltre 20 normative per somministrate bevande in attività di streed food e pizzerie

Pescara è l'unico capoluogo italiano dove in un'attività artigianale di ristorazione come una pizzeria, non sono necessarie oltre 20 certificazioni e permessi per poter somministrare bevande alcoliche ed analcoliche. Lo fa sapere la Cna che ha effettuato uno studio in tutte le città italiane dove invece i titolari di attività di ristorazione veloce ed artigianali sono sepolti da una montagna di permessi.

Pescara dunque si mostra con un'eccezione da prendere come esempio, specifica l'associazione di categoria, aggiungendo che il consumo e le abitudini degli italiani per quanto riguarda i pasti sono cambiate sensibilmente negli ultimi anni, con pasti veloci consumati al di fuori delle mura domestiche consumati sul posto, per un business che ormai arriva a numeri importanti, con una spesa annuale pro capite media che supera i 1.500 euro annui come spiega Carmine Salce direttore provinciale della Cna:

Il risultato conseguito è frutto di un importante lavoro di concertazione realizzato negli anni passati con l’amministrazione comunale. Un metodo, fondato sull’ascolto delle esigenze delle categorie interessate che ci ha permesso di raggiungere un risultato importante, a vantaggio di imprese e consumatori

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