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Economia

Confcommercio: "PMI commerciali verso il declino"

La Confcommercio Abruzzo ha inviato una lettera agli esponenti politici regionali chiedendo di agire concretamente in favore delle piccole e medie imprese commerciali abruzzesi, che rischiano di sparire nel giro di pochi anni: "Stop ai centri commerciali e riduzione delle aperture domenicali"

Abruzzo Confcommercio ha inviato al Presidente della Giunta Regionale, Dott. Gianni Chiodi, al Presidente del Consiglio Regionale, Dott. Nazario Pagano, all’Assessore Regionale allo “Sviluppo Economico, Dott. Alfredo Castiglione  ed al Presidente della IV^ Commissione Consiliare, Dott. Nicola Argirò, una nota riguardante le analisi e proposte sulla situazione del commercio in Abruzzo.

Partendo dal Rapporto sul sistema distributivo del Ministero “Sviluppo economico” del 2008, l’Associazione ritiene utile mettere in evidenza alcuni dati della nostra Regione, anche se essi sono notevolmente peggiorati nel 2009 a causa del disastroso terremoto che ha colpito l’Abruzzo.

La consistenza in Abruzzo degli esercizi commerciali in sede fissa presenta, alla data del 31/12/2008, un valore pari a 19.564 unità, con un decremento dello 0,1% rispetto alla fine dell’anno precedente.

La forma giuridica prevalente è quella delle imprese individuali, pari al 63,4% del totale.

Il saldo tra iscrizioni e cancellazioni delle sedi risulta, nel periodo gennaio dicembre 2008, negativo di 115 unità.

Diversa è la situazione per la grande distribuzione, che presenta in Abruzzo una elevata densità pari a 402,8 mq di vendita per ogni 1.000 abitanti, di cui mq 222,6 nel Settore alimentare e mq. 180,2 nel Settore non food, contro una media nazionale di mq. 321,2 per ogni 1.000 abitanti.

Anche nelle vendite la grande distribuzione si è distinta presentando un incremento, nel settore alimentare, pari al 4,2 nel periodo 2006-2008.

Da quanto sopra, mette in evidenza l’Associazione, emerge che il dettaglio tradizionale è destinato ad un progressivo declino nella nostra Regione, se la Pubblica Amministrazione non riserverà ad esso lo spazio vitale per la sopravvivenza.

Occorre bloccare l’apertura delle grandi strutture di vendita e nel contempo ridurre le attuali 35 giornate di deroga alla chiusura domenicale e festiva.

Le deroghe alla chiusura domenicale e festiva, del resto, hanno da sempre favorito Comparti della distribuzione che, per loro dimensioni, possono organizzare turni di lavoro a discapito delle piccole e medie strutture che non hanno tale possibilità, con la conseguenza di aumentare caoticità della circolazione viaria verso zone di ubicazione delle grandi strutture di vendita ed un ulteriore spopolamento dei Centri minori.

È stato più volte messo in evidenza che la funzione esplicata dalle PMI Commerciali nei Centri storici e nei piccoli Comuni non è soltanto di natura economica ma anche sociale, se si pensa al servizio per gli anziani che non possono spostarsi facilmente con la macchina ed alle luci che mantengono viva la vita di questi luoghi.

La Confcommercio interviene anche sulla questione delle Cooperative Fidi di Abruzzo Confcommercio, ed in particolare la fusione dei Confidi riguardanti le imprese industriali, commerciali turistiche, di servizi, artigiane ed agricole, crea problemi irrisolvibili, in quanto le singole categorie hanno esigenze diverse nell’approccio al credito.

"Viene chiesto, pertanto, di soprassedere in questo momento di crisi all’arcopamento o quanto meno di dare la possibilità di continuare ad usufruire dei contributi regionali ai Confidi in possesso di uno dei tre parametri minimi (numero di soci almeno pari a 700, patrimonio netto non inferiore ad Euro 2.500.000,00, volume di operazioni negli ultimi tre esercizi pari almeno ad Euro 6.000.000,00)  per un periodo di tre anni dall’entrata in vigore della nuova legge."

Tre anni, conclude Abruzzo Confcommercio, è il periodo minimo necessario per effettuare gli accorpamenti da parte dei Confidi interessati.
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