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Penne, Brioni cambia stile: in “T-Shirt” contro la crisi

Per combattere la crisi continuano i cambiamenti in casa Brioni: dopo i jeans, è la volta della t-shirt. Il sarto dei Presidenti e di James Bond, dunque, punta sempre meno sui doppiopetti con le asole cucite a mano e sempre più sulle magliette

Per combattere la crisi, continuano i cambiamenti in casa Brioni: dopo i jeans, è  la volta della t-shirt. Il sarto dei Presidenti e di James Bond, dunque, punta sempre meno sui doppiopetti con le asole cucite a mano e sempre più sulle magliette.

Il “casual wear” tre anni fa contava per il 15-20% del fatturato della casa abruzzese. Oggi conta per il 30-40%.
Secondo Armando Brachini, direttore esecutivo di Altagamma, il lancio della T-Shirt quest’autunno "è un segnale che Brioni punta a una clientela più giovane e che i clienti fedeli hanno cambiato parecchio il loro stile di vita".

  Brioni punta a una clientela più giovane  
A differenza di altri marchi come Zegna, Brioni non ha mai voluto delocalizzare la sua produzione dall’area Vestina. Le magliette di Brioni, comunque, non saranno T-shirt qualunque: nei negozi del sarto abruzzese saranno esposte girocollo decorate, e con le etichette degli anni ’50 e ’60 che richiamano l’età della Dolce Vita.

Per restare forti sul mercato in tempi di crisi, d’altronde, anche le marche più esclusive come quella di Penne hanno dovuto adeguarsi. Grazie a questi cambiamenti, la Brioni è riuscita mantenere nel 2008 il livello di utili del 2007: 30 milioni di euro. La strategia della Casa di moda di Penne prevede anche l’espansione in Russia, Medio Oriente, India e Cina per compensare il calo sul mercato americano, che ora rappresenta appena il 30% delle vendite.
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