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Abruzzo Confcommercio, economia e lavoro: "Ripresa lenta"

Il Presidente di Abruzzo Confcommercio Giandomenico Di Sante, ha illustrato la situazione economica e occupazionale della nostra Regione nel corso del 2010. "Ripresa lenta"

Il Presidente di Abruzzo Confcommercio Giandomenico Di Sante, ha illustrato la situazione economica e occupazionale della nostra Regione nel corso del 2010.

In analogia con l'andamento nazionale - spiega Di Sante - anche l'Abruzzo ha agganciato la ripresa durante lo scorso anno, che però è stata modesta, inferiore alla media italiana e ha recuperato meno di un quarto della ricchezza persa nel corso del 2009, un anno che è stato pesantemente negativo, in particolar modo per il territorio abruzzese, che oltre ad ever subito gli effetti della crisi finanziaria, economica ed occupazionale internazionale e nazionale, ha dovuto fare i conti anche con il danno causato dal devastante sisma.

Quindi considerando la situazione estremamente negativa del 2009 risulta ovvio che nel 2010 sia cresciuta sia la domanda estera che quella degli investimenti.

L’altra decisiva componente della domanda interna, ovvero i consumi delle famiglie, ha evidenziato, invece, dutante lo scorso anno una crescita estremamente contenuta rispetto al 2009 a causa delle dinamiche negative dell'occupazione, ha evidenziato il Presidente dell'Associazione. Per quanto riguarda invece la situazione economica settoriale c'è da sottolineare che la dopo la recessione avvenuta nel biennio 2008-2009, è proseguito in Abruzzo il processo di terziarizzazione dell’economia, che ha visto accrescere ulteriormente l’incidenza dei Servizi in termini di valore aggiunto, salito ad oltre il 70%.

La recessione ha colpito nella nostra Regione in particolare il comparto industriale, che è stato costretto a mettere in “Cassa integrazione guadagni” un numero elevato di dipendenti, in parte riassorbiti in un secondo momento dai Servizi che, però, sono ormai più che saturi, prosegue Abruzzo Confcommercio.

Dall'analisi della situazione emerge che l'inflazione resta sostanzialmente stabile e che la domanda tendenziale dei consumi denota una certa debolezza. Le previsioni di crescita del PIL nel corso del biennio 2011-2012, secondo l'Associzione, risultano caratterizzate da una tendenza al rallentamento attribuibile all'insufficiente dinamica della spesa delle famiglie, dovuta al clima di incetezza sugli andamenti occupazionali e all'assenza delle opportune misure per la riduzione del carico fiscale. Stesso discorso vale nel futuro biennio per gli investimenti, che dovrebbero proseguire con ritmi di crescita positivi ma estremamente contenuti.

A questo punto è chiaro che, per consolidare la debole ripresa nella nostra Regione, spiega Di Sante, occorre coniugare il risanamento dei conti pubblici con il rilancio dei consumi ed il sostegno allo sviluppo delle piccole e medie imprese. Inoltre, l'Abruzzo oltre a contare sul Governo Centrale per la soluzione dei problemi di natura nazionale, conclude il Presidente, dovrebbe utilizzare celermente le risorse messe a disposizione dall'Unione Europea.
 

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