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Domenica, 28 Aprile 2024
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Il regista pescarese Andrea Gatopoulos in concorso al Torino Film Festival

Gareggerà con il film "A Stranger Quest" nella sezione Documentari Italiani. La proiezione ufficiale della pellicola si terrà il prossimo 30 novembre alle ore 19.30

Il film A Stranger Quest, scritto e diretto dal regista pescarese Andrea Gatopoulos, sarà presentato in concorso nella sezione Documentari Italiani al 41esimo Torino Film Festival, in anteprima assoluta per il pubblico, giovedì 30 novembre alle ore 19.30, con una proiezione in programma al Cinema Romano 1. Il documentario è prodotto da Il Varco Cinema, di cui Gatopoulos è cofondatore, e da Kublai Film, e sarà distribuito nel circuito dei festival internazionali da Gargantua Film Distribution.

La trama ruota attorno al fatto che David Rumsey, dopo aver trascorso gli ultimi trent'anni ad accumulare una delle più grandi collezioni di mappe al mondo, che segretamente chiama la sua “poesia”, sul punto di compiere ottant'anni si misura con i fantasmi della sua vita e con la fine sempre più vicina. Confrontandosi con ricordi e affetti, aiutato da oggetti, persone e intelligenze artificiali, in un personale viaggio tra luoghi fisici e virtuali, ritrova lo slancio per una nuova sorprendente avventura.

Il progetto

Nell'età dei satelliti, dove la Terra è esplorabile con uno smartphone e i viaggi spaziali si sono rivelati sempre meno utopistici, l’uomo ha perso le sue Colonne d'Ercole e la magia dell’avventura? Da questo senso di smarrimento nasce in Gatopoulos una passione crescente per le mappe, che lo conduce ben presto sul sito di David Rumsey, alla scoperta del suo archivio digitale sterminato con una delle collezioni private di mappe storiche più grandi del mondo, assemblate con il gusto estetico di un artista e al contempo strettamente legate ai più recenti progressi tecnologici.

“Una volta conosciuto David e stabilita in poco tempo una forte intesa con lui, ho ritrovato nel racconto della sua ‘strana missione’ un fantasma, una traduzione, un ricollocamento del sentimento originale che spingeva gli uomini oltre il mondo conosciuto, alle grandi imprese e scoperte”, racconta il regista. “In un mondo in cui lo scopo degli esseri umani sembra indebolirsi, incatenato alle leggi del mercato, della popolarità e del successo, il suo lavoro meticoloso, costante, ininterrotto e ossessivo per la cartografia, una materia oggi largamente trascurata e sostituita dai navigatori automatici, oltre che una storia affascinante è per me l’espressione straordinaria di una profonda connessione con l’esistenza e con il senso della vita: a stranger quest”.

Un’opera-atlante

Gatopoulos e il direttore della fotografia Antonio Morra hanno scelto di girare con lo sguardo dei cartografi in ricognizione: un’unica inquadratura per ogni scena, ripresa da ciò che i mappatori definiscono point sublime, il punto da cui è possibile non solo vedere meglio il territorio, ma anche rappresentarne la sua bellezza. Ne è nato un film che si “legge” come un atlante, in cui l’immagine si accompagna ai dialoghi nel modo in cui l’icona si accosta alla didascalia. Il suono segue un lavoro simile, con il punto di vista della scena sempre tra la mdp e il protagonista, come l’orecchio di un drone.

Le musiche di Brian Eno, Harold Budd e Kevin Braheny Fortune completano la costruzione di una colonna sonora futuristica e sentimentale. La storia infine, adottando il punto di vista del navigatore satellitare, è raccontata da un’intelligenza artificiale, che cerca di interrogarsi su come la vita degli uomini e la loro felicità si fondi su inspiegabili chimere e su stranissime missioni personali, tracciando la distanza fondamentale tra l’uomo e qualunque macchina concepibile dal sistema capitalistico.

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