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Parrozzo e Presentosa: il confronto tra i dolci tipici della tradizione abruzzese

Uno nasce quasi 100 anni fa dalle mani di D'Amico e viene battezzato da D'Annunzio. L'altro è ideato dal pasticcere Camplone 50 anni dopo ed è diventato il simbolo della pasticceria di famiglia. Ma le prelibatezze al cioccolato presentano lievissime differenze

Sono simili ma non uguali: quali sono le differenze tra parrozzo e presentosa? I due dolci tipici abruzzesi hanno una lunga storia e, soprattutto, piacciono senza se e senza ma. Tuttavia uno è il “dolce di D’Annunzio”, entrato di diritto nella tradizione gastronomica abruzzese per avere ingolosito persino il Vate, che gli diede il nome e in suo onore scrisse addirittura alcuni versi in dialetto. L’altro è una prelibatezza più tipicamente pescarese, che prende il nome dal gioiello indossato da generazioni di donne d’Abruzzo, ed è nato dalle mani sapienti di Tullio Camplone, padre del pluripremiato pasticcere Fabrizio.

Uno ha raggiunto il primo secolo di vita, l’altro è arrivato fra i dessert soltanto da qualche decennio. Il parrozzo e la presentosa, due fra i dolci più amati di Pescara, praticamente identici nell’aspetto, nati a pochi metri di distanza (uno nel laboratorio all’angolo fra l’attuale corso Manthoné e piazza Garibaldi, l’altro proprio in piazza Garibaldi) ma con qualche diversità nella preparazione e nel sapore.

Parrozzo

Il parrozzo nasce nel 1920, quando Luigi D’Amico, titolare di un laboratorio in centro, pensa a un dolce ispirato al “pane rozzo” di origine contadina, una pagnotta dalla forma semisferica, impastata con la farina di mais che le dava un colore giallastro. Per riprodurne le fattezze, usa le uova per il giallo e la copertura di cioccolato fondente, scura come la crosta bruciacchiata nel forno a legna. A questi due ingredienti abbina il semolino, la buccia di arancia o limone, le mandorle dolci e quelle amare.

Elaborato il dolce, D’Amico lo invia all’amico Gabriele D’Annunzio, che allora si era già stabilito nella residenza di Gardone Riviera. E questi ne risulta entusiasta al punto che risponde all’omaggio con un sonetto, di cui uno stralcio viene ancora oggi riportato sulla confezione del parrozzo, prodotto industrialmente dai discendenti del suo creatore, titolari della Luigi D’Amico Parrozzo Sas. In pochi anni tutta Italia conosce il gustoso dolce dalla forma semisferica, anche se la Seconda guerra mondiale dà un duro colpo alle vendite, distruggendo anche la sede della pasticceria D’Amico. Dopo una ripresa difficile, dalla fine degli anni '70 l’impresa si dedica solo alla produzione, creando i “parrozzini”, monoporzione del più grande parrozzo, ed esportando il gusto unico del dolce abruzzese in tutto il mondo.

Presentosa

Simile nell’aspetto, ma lievemente diversa nella preparazione, è la Presentosa, da mezzo secolo dolce simbolo della famiglia Camplone, creata da papà Tullio, e dagli anni '80 fiore all’occhiello del bar Caprice di piazza Garibaldi, tuttora avvolto dal profumo delle creazioni del figlio Fabrizio. Dal predecessore più famoso, la presentosa si differenzia per pochissimi particolari.

Anch’esso trae origine da una delle più antiche tradizioni abruzzesi, ossia il gioiello che gli innamorati regalavano alla donna del proprio cuore, per scoraggiare eventuali altri corteggiatori. Quel monile d’oro compare per la prima volta sul collo delle abruzzesi all’inizio dell’Ottocento. E a quel pegno d’amore si è ispirato il maestro pasticciere Camplone, per portare sulle tavole dei pescaresi un dolce molto simile al più noto parrozzo, con una lieve nota di liquore che riscalda il palato.

Anche la presentosa è impastata con uova e mandorle, a cui si aggiunge una bacca di vaniglia, ed esiste anche nel formato piccolo, per una sola porzione. Viene venduta in una confezione dai colori pastello, a forma di scrigno, e in breve tempo si è affermata fra i doni gastronomici più graditi sotto l’albero dei pescaresi e non solo durante il periodo natalizio.

Differenze

Le differenze, età e nome esclusi, sono lievi. I fautori della tradizione fanno il tifo per il parrozzo, i sostenitori delle prelibatezze di Caprice sostengono che la presentosa sia più soffice e dolce, e per questo più gradevole al palato. Certo è che le ricette in circolazione sono tantissime, con varianti di ogni genere. Ma le versioni originali restano nei taccuini dei due pasticceri inventori, accessibili solo agli occhi di pochissimi eletti. A tutti gli altri non resta che dedicarsi all’assaggio per scegliere il proprio favorito. 

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