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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Una corona di fiori per ricordare le vittime di Pescara del 14 settembre 1943

Questa mattina Pescara ha voluto ricordare le vittime del terribile bombardamento del 14 settembre 1943 con una cerimonia ufficiale davanti la lapide di Corso Vittorio. Il vice sindaco Fiorilli e Licio Di Biase hanno deposto una corona di fiori. Presenti anche i rappresentanti delle Forze dell'Ordine

cerimIl vice sindaco, Berardino Fiorilli e il presidente della giunta comunale Licio di Biase hanno deposto una corona di fiori in ricordo dei caduti del bombardamento che 66 anni fa distrusse il capoluogo adriatico rendendolo irriconoscibile.

Ormai più di mezzo secolo è passato da quel tragico avvenimento, ma la ferita all’interno dei reduci di quel periodo non è del tutto rimarginata e non lo sarà mai.

Quello del 14 settembre 1943 non fu il primo attacco da parte delle forze alleate, bensì il secondo, ma non l’ultimo perché a seguire vi furono ben altri due giornate di pesanti bombardamenti al tappeto sulla città di D’Annunzio.

Il primo giorno di attacco risale alle 13.20 del 31 Agosto 1943: un caldo pomeriggio d’estate con la spiaggia del capoluogo adriatico affollato come d’abitudine. Il bombardamento interessò principalmente le zone fra via Nicola Fabrizi e via Firenze, zone ad alta intensità di locali adibiti agli uffici del governo e dell’amministrazione pubblica.

Le fonti dell’epoca attribuiscono a tale attacco un numero di vittime che si aggira fra le 1660 e 1900 unità. In questo primo attacco la stazione ferroviaria non venne presa di mire dai bombardieri  B-24 del 376° gruppo.
Nel successivo attacco, quale quello del 14 settembre ad essere raso al suolo fu il centro della città e la stazione ferroviaria causando circa 2000 vittime. Questo attacco fu il più sanguinoso in quanto il presidio ferroviario e le linee che conducevano ad esso vennero colpite nell’orario di maggior afflusso.

Nei successivi attacchi, quali quelli del 17 e del 20 settembre gli attacchi produssero danni materiali rispetto ai precedenti in quanto la popolazione abbandonò la città per ordine del comando tedesco che ordinò il copri-fuoco nelle ore cruciali della giornata.

Come affermato dalle cariche dell’amministrazione comunale, il ricordo è sempre vivo e non deve essere commesso l’errore di dimenticare questi momenti così terribili per la nostra città.

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