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Cronaca Montesilvano

Truffe ai commercianti agricoli per 20 mila euro: sgominata banda di truffatori

Sgominata dai carabinieri di Montesilvano una banda di truffatori che raggirava commercianti e grossisti di animali e mangimi. Sei persone nei guai, due sono finite ai domiciliari

Una vera e propria banda di truffatori, con compiti ben precisi per truffare commercianti di prodotti agricoli ed animali. Sgominata dai carabinieri di Montesilvano un'organizzazione composta da sei persone, tutte residenti nel pescarese e chietino. Due di loro, le "menti" del gruppo, sono finite ai domiciliari mentre gli altri se la sono cavata con l'obbligo di dimora.

In manette Paolo Porreca classe 73 di Città Sant'Angelo, e Leone Marco, classe 67 di Montesilvano. Obbligo di firma per Stefano D'Orazio classe 87 di Bucchianico, Di Giovanni Alfredo classe 72, Caroselli Patrick classe 78 di Miglianico e Spinelli tony classe 67 di Collecorvino.

Il gruppo ha truffato due imprenditori di Teramo e Collecorvino, per un totale di circa 20 mila euro di merce, fra maiali vivi e mangimi per animali. La banda aveva organizzato tutto nei dettagli: Porreca utilizzava un nome falso per spacciarsi legale rappresentante di una inesistente società che trattava prodotti del settore agricolo e zootecnico. Falsa anche la partita Iva fornita ai commercianti oltre ai titoli bancari forniti al momento dell'acquisto.

Da uno degli imprenditori, il gruppo ha acquistato 40 maiali vivi. Sedici sono stati recuperati dai carabinieri durante un trasporto che i truffatori stavano effettuando da una delle stalle utilizzate come base logistica. Tutti gli arrestati avevano precedenti per reati simili, e tutti conoscevano il settore tanto da riuscire ad allevare per settimane gli animali avuti dalla vittima del raggiro.

L'altro imprenditore, invece, è stato vittima di ben due acquisti fraudolenti: due diverse forniture di mangimi per circa 1 quintale di peso, pagati anche in questi caso con assegni risultati falsi. Porreca e Leone erano particolarmente convincenti e credibili quando si presentavano dalle vittime, tanto da ottenere la loro fiducia riuscendo ad ottenere sistemi di pagamento adatti alla truffa. La banda utilizzava diverse schede telefoniche nel tentativo di ostacolare possibili indagini da parte degli inquirenti, come hanno spiegato il comandante della Compagnia di Montesilvano Capitano Falce, e il comandante del NORM di Montesilvano tenente Petruzzella.

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