Terremoti, quali zone sono davvero a rischio nel pescarese? Parla il geologo Di Donato

Per chi abita a ridosso del mare il pericolo è molto minore rispetto alle popolazione dell’entroterra, già solo per il fatto che non vi sono delle strutture sismogeniche nel sottosuolo delle aree costiere della nostra Regione e la litologia su cui insistono i fabbricati aiuta a smorzare l’energia portata dai treni d’onda sismica che si propagano.

Quello che personalmente mi desta molta preoccupazione per l’area del val Pescara è l’attivazione dell’importantissima faglia di Passo San Leonardo che si trova tra i due accumulatori sismici più grandi d’Italia ovvero la Majella e il Morrone, mentre sul versante teramano l’attenzione deve essere concentrata sulla faglia di Campotosto a causa della presenza dell’omonimo lago che insiste proprio sopra di essa, dighe comprese.

Dal mio punto di vista - prosegue Di Donato - ha fatto bene la CGR a diramare il comunicato preventivo di forte rischio potenziale dell’area, perché se è vero che i sismi non possono essere previsti e altrettanto vero che è meglio lavorare sulla prevenzione che sull’emergenza ! Purtroppo in Italia si parla da anni di un adeguamento idrogeologico del territorio con un costo base di almeno 40 miliardi di euro, ma ad oggi come ben sappiamo si è fatto ben poco e i disastri in atto su gran parte del territorio peninsulare ne sono la chiara dimostrazione. Infine non dimentichiamo che la nostra nazione risulta essere tra le più simiche al mondo, seconda solo al Giappone.

Di conseguenza spero che in futuro si facciano meno filosofie e pastrocchi politico- legislativi e si stanzino risorse per la ricerca e la prevenzione nei settori specifici. Ora che finalmente qualcuno ha aperto gli occhi, portando un po di luce nel buio della cattiva informazione, potremo imparare a convivere con questo mostro che siamo comunque in grado di addomesticare".