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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Tampone rifiutato, operazione chirurgica negata: la protesta del comitato "Difesa Minori" e la replica della Asl

Nico Liberati, segretario del comitato "Difesa Minori", ricorda che neppure ai tempi del green pass il paziente, per l’accesso alla prestazione, era vincolato al possesso del tampone. Ma la Asl replica: esiste una circolare che lo richiede

Nico Liberati, segretario del comitato "Difesa Minori", segnala che il 17 ottobre nell'ospedale di Pescara sarebbe stata negata una prestazione chirurgica perché la paziente aveva rifiutato il tampone: “Siamo basiti dal ripetersi di tante incomprensioni - afferma - Chiediamo un intervento rapido dell’assessore alla sanità Nicoletta Verì e del governatore Marco Marsilio perché vengano risolte queste criticità anche attraverso un chiarimento regolamentare”, scrive Liberati.

Secondo quanto riferito dal segretario del comitato "Difesa Minori", alla cittadina “è stato detto che il rifiuto al tampone corrispondeva all’impossibilità di effettuare l’operazione chirurgica. Trattandosi dell'unità operativa complessa otorinolaringoiatria, chiediamo se queste richieste derivino da un preciso orientamento normativo o da un'eccessiva discrezionalità e persino una forzatura, che per quanto ci riguarda non possono e non deve essere consentite, proprio per tutelare il buon nome della sanità abruzzese”.

Due giorni dopo, inoltre, all’ingresso di una delle neonatologie abruzzesi sarebbe stato impedito l’accesso al padre di un neonato ricoverato, sempre perché l'uomo non aveva effettuato il tampone. Il professor Gianfrancesco Vecchio e l’avvocato Giulio Marini hanno inoltrano un'istanza alla giunta regionale, al dipartimento sanità e al direttore generale dell’Asl in cui chiariscono: “Considerato che al momento non sussiste alcun obbligo di legge per l’effettuazione del tampone in vigore su tutto il territorio nazionale, ivi comprese le strutture sanitarie, ancor meno è prevista la possibilità di non esercitare le prestazioni a chi dovesse decidere di non sottoporvisi. La discrezionalità, oltre a non poter certamente permettere di violare la legge, non può nemmeno configurarsi quale arbitrio”.

Di conseguenza, Liberati ribadisce: “Ricordando che neppure ai tempi del green pass il paziente era vincolato per l’accesso alla prestazione dal possesso del tampone, e che per giunta la richiesta del green pass non potesse essere formulata nemmeno per l’accompagnatore del minore, consideriamo degna di attenzione l’arbitrarietà con la quale viene respinta una paziente e una famiglia in visita al proprio neonato.

Nel caso particolare di un neonato ricoverato, come di un minore in genere, “la presenza dei genitori (in accompagnamento) non deve essere condizionata, ma considerata al pari della terapia una necessità per il minore”, precisa Liberati. “Come si osserva nella circolare diramata dall’Asl abruzzese a firma del dottor Caponetti, l’unico obbligo in visita per accedere ai reparti è quello di indossare guanti e mascherina”.

Ma dalla Asl raccontano un'altra verità. Il direttore medico dei presidi ospedalieri, Valterio Fortunato, ricorda che esiste un documento protocollato del gennaio 2021 che richiede il tampone prima di sottoporsi a un intervento chirurgico: nello specifico, la misura è valida "per tutti i pazienti ospedalizzati che devono accedere al blocco operatorio da effettuarsi nelle 48 ore antecedenti l'intervento". E non finisce qui: Fortunato spiega che il direttore sanitario aziendale, Antonio Caponetti, con una nota protocollata ad agosto 2023 "ha ribadito la necessità di eseguire il tampone antigienico di ingresso per i ricoveri ordinari". E nello stesso mese di agosto, precisa Fortunato, anche il ministero della salute ha confermato con una circolare "l'effettuazione di test diagnostici per Sars Cov 2 in caso di accesso in pronto soccorso e accesso per ricovero nelle strutture sanitarie e in caso di accesso alle strutture residenziali sanitarie e socio-sanitarie".

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