Scandalo all'Università D'Annunzio: tangenti per commercializzare nuovo farmaco
Mazzette in cambio di pareri favorevoli per la messa in commercio di un nuovo farmaco. E' l'accusa pesante del rettore Cuccurullo e del direttore generale Napoleone, che hanno presentato un esposto
Mazzette, tangenti in denaro per ottenere un parere positivo per la commercializzazione di un nuovo farmaco, grazie alla compiacenza di funzionari e ricercatori dell'Università D'Annunzio che si occupano proprio di sperimentazione dei farmaci.
La cifra, pagata dall'imprenditore T.R:F, sarebbe di 92 mila euro, divisa fra tre ricercatori. E' quanto dichiarato dal direttore generale dell'Università di Chieti/Pescara e dal Rettore Cuccurullo in un esposto presentato alla procura di Chieti.
La notizia è stata pubblicata in un articolo di Giuseppe Caporale su Repubblica.it.
Il Rettore ed il Direttore Generale, che nell'esposto hanno indicato i nomi dei tre ricercatori che avrebbero ricevuto le tangenti, avrebbero raccontato di un incontro con l'imprenditore, il quale si sarebbe lamentato del fatto che l'Aifa (Agenzia Italiana per il Farmaco) ha bocciato la commercializzazione del farmaco nonostante la somma pagata ai ricercatori.
Per questo, l'imprenditore avrebbe prima chiesto indietro i soldi ai tre ricercatori, e poi avrebbe voluto un risarcimento di 150 mila euro da Cuccurullo e Napoleone, che gli hanno consigliato di rivolgersi alla magistratura. "La sensazione è come se volesse da noi i soldi persi" ha scritto nell'esposto Napoleone, come si legge su Repubblica.it.
Nel 2008, l'imprenditore era stato coinvolto in una vicenda di sesso e soldi in cambio di ricette false.