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Cronaca Riviera Sud

"Renzi PetrolTour", anche a Pescara la protesta No Triv di Greenpeace

I volontari hanno distribuito un volantino con cui Renzi invita gli italiani a scoprire le “nuove meraviglie” del Mediterraneo trasformato in una sorta di Texas marino

Partono oggi da 23 città di tutta Italia i pullman turistici della “Renzi PetrolTour”. Destinazione: i mari del Belpaese, “petrolizzati” dal governo. Con il premier, uomo solo al volante, che invita gli italiani a salire a bordo per andare ad ammirare le nostre coste punteggiate di trivelle, ascoltare le esplosioni degli airgun, fotografare le piattaforme di estrazione al tramonto, farsi ammaliare dal luccichio delle chiazze di greggio a pelo d’acqua.

È questa la singolare forma di protesta messa in scena dai volontari di Greenpeace, per contestare la deriva petrolifera promossa dal governo italiano, che sta spalancando i nostri mari ai petrolieri per attività di ricerca o di estrazione di idrocarburi. I volontari di Greenpeace hanno animato le piazze italiane con grandi sagome colorate a forma di pullman, brandizzate con il nome di un immaginifico tour operator: “Renzi PetrolTour”.

A Pescara l’ironica protesta dell’associazione ambientalista è andata in scena in spiaggia nei pressi dell'Arena Del Mare. Ai passanti incuriositi, i volontari di Greenpeace hanno distribuito un volantino del tutto simile a un depliant turistico, con cui Renzi in persona invita gli italiani a scoprire le “nuove meraviglie” del Mediterraneo disseminato di trivelle e trasformato in una sorta di Texas marino. La mobilitazione di Greenpeace riprende la campagna online TrivAdvisor, in cui parodiando un famoso portale di viaggi si immagina il triste destino che potrebbe attendere i mari italiani nei prossimi anni: un’invasione di piattaforme e trivelle, con rischi elevatissimi per l’ambiente, il turismo, la pesca sostenibile.

Su TrivAdvisor – che in pochi giorni ha raccolto oltre 28mila firme contro la petrolizzazione delle coste italiane – si possono leggere “recensioni” paradossali (datate a un ipotetico 2020) di alcune tra le località più famose e amate dei nostri litorali: un turismo al contrario, quello immaginato da Greenpeace, in cui si va al mare per ammirare sversamenti di petrolio, cetacei spiaggiati e trivelle in azione, per godersi paesaggi deturpati o per ascoltare le deflagrazioni degli airgun. 

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