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Cronaca

Rapporto Ecomafia 2010: Abruzzo al dodicesimo posto

E' stato presentato il Rapporto Ecomafia 2010, dossier riguardante le attività svolte dalle Forze dell'Ordine e Polizia Giudiziaria per quanto riguarda i reati ambientali. Abruzzo al dodicesimo posto

L''Abruzzo si colloca al 12esimo posto della classifica assoluta dell'illegalità ambientale con 776 infrazioni accertate, 714 persone denunciate, 1 persona arrestata e 192 sequestri.

E' quanto emerge dal dossier Rapporto Ecomafia 2010, presentato ieri a Roma, riguardante l'attività svolta dalle Forze dell'Ordine e dalla Polizia Giudiziaria per quanto riguarda i reati ambientali.

Nel dettaglio, l'Abruzzo occupa il decimo posto con 210 infrazioni accertate, 217 persone denunciate e 52 sequestri per quanto riguarda i reati legati ai rifiuti.

«La situazione nell'insieme è risultata leggermente migliorata rispetto all'anno precedente - commenta Angelo Di Matteo, presidente Legambiente Abruzzo - un buon risultato frutto anche delle notevoli operazioni di controllo svolte sul territorio regionale dalla forze dell'ordine che molto presumibilmente hanno prevenuto le cattive intenzioni degli eco criminali».

Il 2009 è stato l'anno del terremoto aquilano: tante sono state le attenzioni, comprese quelle di Legambiente che, insieme all'associazione Libera e alla Provincia de L'Aquila, ha dato vita all'osservatorio "Ricostruire pulito" per contribuire al lavoro degli inquirenti nelle attività di monitoraggio e prevenzione dai possibili fenomeni di infiltrazioni criminali nel processo di ricostruzione.

«La gravità di quanto sta emergendo dalle indagini giudiziarie e dagli accertamenti tecnici nelle vicende aquilane - conclude Angelo Di Matteo - impone una campagna regionale di monitoraggio immediato delle opere pubbliche a rischio di calcestruzzo depotenziato».

Situazione delicata anche per quanto riguarda il traffico illegale di rifiuti speciali, con l'Operazione Spiderman riguardante la discarica di Lanciano.

Anche in questo caso si sono rivelate fondamentali le intercettazioni ambientali e telefoniche che - ricorda Luzio Nelli, della segreteria regionale di Legambiente - hanno evidenziato finanche il coinvolgimento di un ex magistrato e di due funzionari della Polizia provinciale, colpevoli di dichiarare il falso sui controlli. Si tratta di un'ulteriore conferma della necessità di non far scendere l'attenzione sul sistema delle intercettazioni»

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