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Cronaca

Rancitelli, consigliere Pettinari minacciato e cacciato dal "Ferro di Cavallo"

Domenico Pettinari, ex presidente di Codici e attuale consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, è stato oggetto di intimidazioni e minacce a Rancitelli, nel Ferro di Cavallo, dove si era recato dopo una segnalazione di una residente

Questa mattina sono tornato ad effettuare un sopralluogo a Pescara nel quartiere Rancitelli ed in particolare in Via Tavo (c.d. “Ferro di Cavallo”).

Sollecitato da una residente del posto che da diversi giorni mi invita a raggiungerla presso la propria abitazione manifestando un grande bisogno di raccontarmi nuovamente i fatti eclatanti a cui quotidianamente assiste raggiungo il quadrilatero del “Ferro di Cavallo” a bordo della mia macchina.

Il quadro che mi si presenta davanti è drammatico.
Uno pezzo del Quartiere Scampia di Napoli riproposto tale e quale .
La piazza completamente invasa da sporcizia varia. Bottiglie di vetro rotte sulla strada, carte e cartoni ammassati al centro e ai lati della piazza, macchine e motorini smontati parcheggiati ovunque, balconi con lenzuola appese che arrivando fino ai balconi dei piani inferiori ne coprono integralmente la visuale. Gente “sospetta” che staziona ai lati della piazza e sotto i portici , presumibilmente sono vedette il cui ruolo è quello di comunicare tempestivamente l’arrivo di eventuali “intrusi”.
Un quadro a dir poco allarmante.

In questa piazza – ricordiamolo – non molto tempo fa si sono consumati anche omicidi.
Questa piazza, come ho denunciato più volte, rappresenta la centrale dello spaccio di droga più importante della Regione Abruzzo.
Ma in queste case popolari (ATER) vivono anche tante persone perbene.
Persone che si alzano ogni mattina per compiere il proprio dovere quotidiano.
Persone che avrebbero diritto ad una pace sociale e ad una quiete pubblica come gli altri cittadini della nostra città.
Persone purtroppo troppo spesso dimenticate dalla Istituzioni.
Specialmente nelle notti estive in questa zona è difficile dormire. Musica ad alto volume per l’intera notte e, se ti permetti di invitarli ad abbassare il volume, rischi di subire minacce e quando va male anche lesioni.
Mentre mi dirigo verso l’abitazione della cittadina che mi ha convocato vengo fermato da due individui. Mi chiedono conto della mia presenza sul posto.
Mi presento (senza nascondermi). Dico di essere un consigliere regionale e di voler effettuare un sopralluogo nella zona (molti di loro mi conoscono molto bene per le mie attività antiusura ed antiracket nel vicino quartiere di Fontanelle).
Mi rispondono che non c’è bisogno di me in quel luogo e mi invitano ad andare via.
Contrariamente al loro invito rimango sul posto e mi dirigo a visionare le case popolari entrando nelle scalinate (come ho sempre fatto nel passato).
Vengo raggiunto ed invitato nuovamente ad allontanarmi dalla zona. Pochi minuti dopo raggiungo la cittadina.
Come questa cittadina molti altri  mi segnalano gli accaduti ma per timore chiedono sempre di rimanere anonimi perché dicono : noi, la sera, ritorniamo qui, nelle nostre case e abbiamo paura…
Non possiamo più consentire che tale emergenza e allarme sociale continui.
Pochi giorni fa – ricorderete –ho rivolto un appello al Presidente della Regione, al Sindaco, al Prefetto e al Questore, al fine di effettuare un sopralluogo congiunto in questi posti perché la gente non ce la fa più.
La gente ha paura di denunciare. Minacce e ritorsioni sono all’ordine del giorno.
Un residente del posto mi ha detto : “Qui le cose ce le vediamo tra di noi, le risolviamo a modo nostro…”
C’è tanta…tanta omertà. Perché i cittadini non si sentono sicuri.
Quei pochi che lanciano le segnalazioni sono molto spesso emarginati e poi “colpiti”.
La politica non può rimare ferma su tale problema.
Ma soprattutto i cittadini devono sapere.
La gente perbene che viva al centro della città deve sapere. Deve conoscere quel “teatro di violenze “ che si trova a soli pochi chilometri dal centro cittadino.
Quanti pescaresi sono venuti negli anni a visitare questo posto????
E qui, se non vedi, non puoi capire.
Il Presidente D’Alfonso è quotidianamente impegnato su grandi progetti. Progetti troppo spesso distanti dai reali problemi della gente.
Il dovere principale del politico dovrebbe essere mettere mano alle emergenze e invece loro pensano ad altro.
Il “grido soffocato” della gente perbene di Rancitelli non può lasciarci indifferenti. Non può lasciarla indifferente Signor Presidente.
Sono cittadini che vivono nelle nostre case, nelle case di proprietà della Regione Abruzzo e alla Regione Abruzzo pagano il canone mensile di fitto.
Una Istituzione che non riesce a garantire la sicurezza dei propri cittadini non può definirsi tale.
Basterebbero pochi interventi mirati che andrebbero sicuramente a migliorare la qualità della vita del quartiere.
Il Presidente D’Alfonso dovrebbe innanzitutto fare una mappatura di quanti alloggi sono occupati abusivamente (persone che hanno sfondato) e quanti senza titolo oltre a rilevare quanti degli assegnatari risultano morosi.
A questo punto dovrebbe immediatamente e senza esito alcuno attivare le procedure di sfratto e di allontanamento dei predetti soggetti in modo da ripristinare quel minimo di legalità salvaguardando cosi il cittadino onesto.
In secondo ordine la Regione mediante l’ATER dovrebbe dare avvio a vere e proprie indagini induttive per verificare se il tenore di vita degli assegnatari è conforme con i requisiti richiesti per la permanenza nell’alloggio popolare perché, troppo spesso, troviamo persone con un tenore di vita altissimo che hanno nella diponibilità anche altri immobili e continuano a permanere nella case popolari.
Contestualmente il Presidente dovrebbe istituire un tavolo con Sindaco , Prefetto e Questore per sollecitare l’istituzione di un servizio di polizia h24, unico sistema per riportare pace e tranquillità tra i residenti e le persone perbene.
Invito nuovamente il Presidente D’Alfonso, che non ha ritenuto di accogliere il mio precedente invito, ad effettuare, in tempi brevissimi, un sopralluogo e, se vorrà, avrà  la mia piena collaborazione per la risoluzione del problema.

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