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Cronaca

Presidente Blasioli incontra Walter Ciccione

Il presidente del Consiglio Comunale Blasioli ha incontrato questa mattina il giornalista e presidente della Casa Abruzzese di Buenos Aires, con il quale ha parlato del passato e del presente della città

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di IlPescara

La nostalgia è il nostro grande difetto ma anche il nostro grande capitale. Sono emigrato nel 1950, a 11 anni, e sono testimone oculare dei bombardamenti del 1943. Avevo quattro anni è da lì comincia la mia memoria. Non tornavo a Pescara da più di 10 anni: è una bella città ma le manca il sorriso. Qui ho trovato molta indifferenza. La crisi? C'è pure da noi in Argentina ma qui il sorriso non l'ho trovato in chi, per esempio, ti serve nei bar. Da noi il cameriere è l'anfitrione della città. Sono passaggi  della testimonianza di Giuseppe Walter Ciccione, giornalista ed ex dirigente della Fiat in Argentina, nato a Pescara nel 1939, oggi anche presidente della Casa abruzzese di Buenos Aires. E' stato ricevuto da Antonio Blasioli, presidente del Consiglio comunale di Pescara, che la scorsa estate ha dato il risalto che merita alla cerimonia di commemorazione dei bombardamenti che distrussero l'80% del capoluogo adriatico e che ha ricevuto Ciccione con tutti gli onori che merita un cittadino emigrato illustre della Città. All'estero ci sono molti pescaresi testimoni del 43 ha rivelato Ciccione - Io ne conosco diversi in Argentina: sarebbe bello raccogliere le loro testimonianze prima che passino a miglior vita. Un invito che Blasioli ha accolto con favore e cercherà di tenere presente per le prossime edizioni della celebrazione. La nostra è una delle 16 associazioni di corregionali che esiste nella sola Capitale" ha aggiunto il concittadino italo-argentino - Sono mille i club italiani in tutto il Paese ma nessuno si ricorda di noi, nessuno qui sfrutta questo potenziale. I politici italiani spesso sono provinciali, non riescono a vedere oltre l'ombelico. Peccato. Spero che voi giovani riuscirete a fare qualcosa di buono, prima che ce ne andiamo. L'unico che l'ha fatto qualcosa è stato l'ex presidente della Camera di commercio, Ezio Ardizzi, che anche a Buenos Aires organizzò il Premio ai Pescaresi laboriosi nel mondo: premiò 40 persone illustri emigrate o figli di emigrati che si sono distinti in Argentina. C'incontrammo anche fra persone che non s'erano mai viste prima. I parlamentari eletti all'estero non sono stati finora capaci di fare ponte. E' necessaria la presenza dei rappresentanti dell'emigrazione nel Consiglio regionale, oltre che nel Cram, anche ad honorem.

Ciccione è stato intervistato, anche da Nicola Monti, presidente dell'Associazione 'Prima Pescara', da Cinzia Rossi, presidente dell'Anfe provinciale, e dal giornalista Pierluigi Spiezia, direttore del quotidiano sociale IlMondo.tv. Tutti hanno fatto alcune domande all'ospite che, come tutti gli emigrati colti, è stato un fiume in piena e in alcuni passaggi si è anche emozionato, come capita a chi è stato costretto a lasciare la propria terra. Ciccione ha ricordato di essere nato e vissuto al terzo pano del palazzo che fa angolo fra via Regina Elena e via Leopoldo Muzii: �€�Eravamo a casa quel 31 agosto 1943 è udimmo il rumore degli aerei e le bombe che dal balcone vedevamo sganciare. Scappammo a casa di nonna che stava ai Colli e solo a tarda sera tornammo a casa. Il giorno dei bombardamenti del 14 settembre eravamo invece in stazione come tanti pescaresi. C'era un treno fermo con molte derrate alimentari. Ci nascondemmo sotto i vagoni dei treni per proteggerci dalle mitragliate che giungevano dagli aerei. La nostra casa fu occupata dai tedeschi, era grande, con sei stanze e veduta sul mare. Fummo sfollati in più parti, dalle case dei parenti fino alle stalle, dove ci riuniva attorno al fuoco per raccontare le proprie storie e mangiare le patate cotte. Mio padre era un rivenditore di legname, aveva il magazzino a via Ravenna" ricorda il giornalista emigrato - Stavamo bene ma decise di emigrare per una proposta di affari nel suo settore che si rivelò poi una fregatura. Nel gennaio 1950 (avevo 11 anni) c'imbarcammo a Napoli e dopo 27 giorni di nave arrivammo in Argentina, passando dalla neve ai 42 gradi di Buenos Aires. Sono tornato in Italia nel 1974 per il viaggio di nozze con mia moglie, poi nel 2003 per una riunione dell'ex Crei regionale a L'Aquila e nel 2007 solo a Roma. Qui a Pescara non ho parenti, solo amici ma ho già una gran voglia di ripartire: Pescara è una bella città, dal nuovo Ponte si vede il mare ma anche la montagna e la collina. Pescara è una città bellissima e l'Abruzzo è una terra unica. Unicità, anche se come città e regione non si fa nulla per valorizzarle turisticamente. La domenica in argentina i quotidiani pubblicano foto e articoli sulle regioni italiane ma della nostra regione non trova mai nulla. Parole che hanno trovato d'accordo Blasioli che ha ricordato le foto sul e la Provenza da lui pubblicate sul suo profilo Facebook" con l'annuncio di immaginarie partenze per andare lontano pubblicando, in realtà, foto di luoghi  che ritraevano angoli suggestivi dell'Abruzzo e che hanno tratto in inganno molti suoi amici del social network.  Ciccione è tornato alla carica sul suo cruccio maggiore (che non è solo suo ma di tutti gli emigrati nel mondo, che rappresentano un altro Abruzzo): La Regione in Argentina non fa niente per promuovere la sua terra, eppure noi abruzzesi siamo tanti. Persino i calabresi fanno di più, col sostegno della loro Regione, che promuove e sostiene anche il turismo di ritorno, come ci ha più volte detto l'amico Giuseppe Angeli, abruzzese di Orsogna (Chieti) il più grande tour operator dell'Argentina, parlamentare eletto all'estero per due legislature, che non è riuscito a fare niente con e per il suo Abruzzo.

Blasioli ha preso nota di tutto: non ha fatto promesse ma farà tutto il possibile per esaudire alcune dei sogni di concittadini illustri come Ciccione.

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