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Cronaca

Morosini, iniziato il processo per la morte del giocatore

Ha preso il via oggi, con la prima udienza dinanzi al Tribunale monocratico di Pescara, il processo per la morte di Piermario Morosini. Estromessa la fidanzata Anna Vavassori

Ha preso il via oggi, con la prima udienza dinanzi al Tribunale monocratico di Pescara, il processo per la morte del giocatore del Livorno Piermario Morosini, avvenuta il 14 aprile 2012 allo Stadio Adriatico, al 31' del primo tempo della gara Pescara-Livorno. Nel procedimento sono imputati per omicidio colposo i medici del Pescara Ernesto Sabatini (difeso dall'avvocato Giuliano Milia), del Livorno Manlio Porcellini e del 118 Vito Molfese, tutti oggi assenti in aula.

La prima udienza è stata presieduta dal giudice Valentina Battista che ha preso il posto di Nicola Colantonio, passato ad altro incarico. La seconda udienza del processo é stata fissata per il 12 gennaio 2015 alle 9, quando verrà valutata la richiesta del difensore di parte civile della sorella di Piermario Morosini, Maria Carla, di ammissione dei responsabili civili; in quella occasione verranno fissati i termini per chiamare in causa le compagnie di assicurazione.

Nel corso dell'udienza odierna, il giudice ha accettato l'eccezione avanzata dalla difesa del medico del Livorno Manlio Porcellini (rappresentato da Massimo Girardi e Gabriele Rondanina), che ha chiesto l'estromissione dal procedimento di Anna Vavassori (fidanzata di Morosini), in quanto non indicato il rapporto giuridico che la donna aveva con il giocatore, tale da giustificare la costituzione di parte civile della stessa all'interno del processo.

Il giudice Valentina Battista, invece, ha rigettato l'eccezione di nullità avanzata dalla difesa del medico del 118 Vito Molfese, rappresentato da Alberto Lorenzi, che aveva chiesto l'annullamento del capo di imputazione per l'assistito per la genericità dell'accusa in quanto, secondo il legale, "l'imputazione si qualificava come generica mancando indicazione della fonte dell'obbligo giuridico di impedire l'evento in capo all'imputato".

Nel suo intervento, il pm Valentina D'Agostino aveva sottolineato, al contrario, che il fatto addebitato a Molfese fosse debitamente e idoneamente specificato; tesi, questa, accolta dal giudice Valentina Battista, che ha ritenuto che la mancata indicazione della norma violata dal medico del 118 "non comporta alcuna compressione del diritto di difesa".

All'uscita dall'aula, l'avvocato Alberto Lorenzi ha detto che "per rispondere di un reato si deve dire quale norma e quale contratto è stato violato. Bisognerebbe per ogni singola posizione contestare la norma violata e dire quale norma è stata violata, altrimenti chiunque potrebbe essere chiamato in causa".

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