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Cronaca Rancitelli / Via Tavo, 171

Pescara, omicidio Tommaso Cagnetta: Angelo Ciarelli l'ha ucciso per errore

Un colpo sparato da un Ciarelli che colpisce a morte per errore. Il tragico copione dell'omicidio Rigante si ripete. Questa volta a sparare è Angelo, fratello di Massimo, e a morire Tommaso Cagnetta

Sono bastate poche ore agli inquirenti della Squadra Mobile di Pescara, diretta dal dott. Muriana, per venire a capo del terzo omicidio dall'inizio dell'anno avvenuto in città.

Ad uccidere Tommaso Cagnetta, 42 enne pregiudicato originario di San Severo, morto per un colpo di una calibro 38 special che lo ha colpito al fianco in via Tavo 171 a Rancitelli, è stato Angelo Ciarelli, fratello di Massimo Ciarelli già in carcere per l'omicidio di Domenico Rigante.

Anche in questo caso, come nel delitto dell'ultras pescarese, il proiettile ha raggiunto la persona sbagliata. A quanto pare infatti, Ciarelli ha sparato dopo che un'altra rom aveva chiesto aiuto in quanto aveva venduto una dose di droga ad una coppia di tossicodipendenti, che però non avevano completamente saldato il conto.

Invece di 80 euro le avevano dato 70 euro, e dopo essere saliti in auto per fuggire la spacciatrice ha attirato l'attenzione di altre persone che erano in strada, fra cui Angelo Ciarelli e la vittima Tommaso Cagnetta. Secondo la ricostruzione della Polizia, Ciarelli ha colpito per errore Cagnetta, che invece era intervenuto per fermare i due tossicodipendenti.

Il pugliese è stato poi trasportato in ospedale da alcuni amici, ma è morto dopo pochi minuti.

Omicidio Pescara Tommaso Cagnetta

Momenti di tensione, poi, ieri sera dopo il delitto al Ferro di Cavallo, dove c'è stata una grossa rissa fra decine di persone che, secondo la Polizia, potrebbe essere stata creata ad arte per permettere a di nascondere qualcosa o qualcuno distraendo le Forze dell'Ordine, presenti in massa sul posto.

Ed in effetti, nei pressi della casa di Angelo Ciarelli, in un tombino, sono stati trovati 13 proiettili calibro 38 nascosti in un calzino. L'altro calzino è stato trovato in casa dell'uomo, in via Vico Moro. Una prova schiacciante.

L'arma del delitto, come nel caso dell'omicidio Rigante, non è stata trovata. Lo stesso Angelo Ciarelli si è presentato dopo poche ore in Questura, dopo aver saputo che la Polizia lo stava cercando attivamente in quanto fortemente sospettato dell'omicidio. Alle 6 di questa mattina è scattato il fermo, dopo che gli inquirenti hanno ascoltato tutti i testimoni presenti.

Il Questore Passamonti ha sottolineato come grazie alla collaborazione dei residenti e dei presenti si sia riusciti a chiudere il caso in poche ore, segno che il muro d'omertà che si temeva in questo caso non si è alzato.

Ora l'attenzione è rivolta ai proiettili rinvenuti e all'ogiva rimasta nel cadavere di Cagnetta: il sospetto, infatti, è che l'arma usata per entrambi i delitti degli ultimi mesi sia la stessa, ma per accertare questo occorreranno nuovi esami, con la speranza che prima o poi la Polizia possa ritrovare l'arma o le armi che hanno ucciso Rigante e Cagnetta.

(in basso la vittima Tommaso Cagnetta)

Tommaso Cagnetta

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