Penne: beccati a pescare con la rete elettrica nell'oasi naturale
Si tratta di tre individui che avevano collegato l'elettrostorditore alla batteria di un furgone con il quale si sono poi allontanati alla vista dei Carabinieri
Grosso lavoro da parte delle Guardie Ambientali che nella giornata di domenica hanno effettuato un servizio di perlustrazione nell'oasi naturalistica di Penne. Rinvenuti due buste di plastica contenenti feci ed altri residui maleodoranti che ignoti hanno abbandonato in mezzo al verde. Rovistando tra i cespugli è stato scoperto il nascondiglio di una rete utilizzata per la pesca da frodo, una cattiva abitudine molto diffusa nel lago della riserva gestita da WWF.
Difatti, non distante dal luogo del ritrovamento, una coppia di stranieri aveva già catturato all'amo una ventina di carpe di piccole dimensioni che sono state immediatamente rimesse in acqua ancora vive. Un altro forestiero, ignaro di trasgredire ai regolamenti, è stato redarguito per aver acceso un falò, mentre un giovane è riuscito a dileguarsi dopo aver abbandonato un ciclomotore sprovvisto di targa e di difficile identificazione. L'episodio più grave è avvenuto verso le ore 11, quando sono stati avvistati alcuni soggetti intenzionati ad utilizzare una rete metallica per praticare la pesca elettrica. Si tratta di tre individui che avevano collegato l'elettrostorditore alla batteria di un furgone con il quale si sono poi allontanati alla vista dei Carabinieri.