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Cronaca

Omicidio Rigante, pena dimezzata per Ciarelli: "Non voleva uccidere"

Passa da 30 a 17 anni la pena per Massimo Ciarelli, il rom pescarese che il 1 maggio 2012 uccise con un colpo di pistola Domenico Rigante, il giovane ultras con il quale aveva avuto un diverbio la sera precedente

Nel 2029 Massimo Ciarelli potrà tornare libero. E' quanto ha stabilito la Corte D'Assise di Perugia accogliendo la decisione della Cassazione che aveva cancellato la premeditazione dai capi d'accusa del rom che il 1 maggio 2012 uccise con un colpo di pistola Domenico Rigante, giovane ultras del Pescara con il quale aveva avuto la sera prima un diverbio a Pescara Vecchia.

La sentenza, di fatto definitiva, riduce la pena da 30 a 17 anni. La tesi sposata dalla corte è quella sostenuta dalla difesa di Ciarelli, ovvero che il rom non voleva uccidere Rigante ma voleva solamente punirlo severamente dopo lo screzio del giorno precedente. Ciarelli arrivò nel tardo pomeriggio del 1 maggio in via Polacchi, dove si trovava Rigante assieme al fratello ed agli amici assieme agli altri condannati, tutti rom imparentati con l'assassino.

OMICIDIO RIGANTE, 30 ANNI A CIARELLI

Qui ci fu una violenta discussione e volarono pugni e spintoni, fino a quando Ciarelli ha estratto la pistola e sparato alla gamba di Rigante, morto dissanguato poco dopo all'ospedale di Pescara. Secondo gli avvocati della difesa, se avesse voluto uccidere il rom avrebbe mirato ad organi vitali ed avrebbe sparato più di un colpo. Per i giudici, dunque, si è trattato di un regolamento di conti finito in tragedia.

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