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Cronaca

Omicidio Jennifer Sterlecchini, la madre ed il fratello a "Domenica In"

Una lunga intervista di Mara Venier alla madre ed al fratello della ragazza uccisa nel dicembre 2016 a Pescara dal fidanzato Davide Troilo. "No al rito abbreviato, Jennifer era una stella piena di vita"

Una battaglia per cancellare il rito abbreviato, soprattutto in caso di delitti come quello che ha visto Jennifer Sterlecchini strappata alla vita dalla furia omicida del suo fidanzato Davide Troilo. Lunga intervista nel pomeriggio oggi da parte di Mara Venier durante il programma di Raiuno "Domenica In" alla madre di Jennifer Sterlecchini ed al fratello Jonathan. E' stata raccontata la storia della giovane uccisa nell'abitazione di via Acquatorbida il 2 dicembre 2016 dove viveva assieme al fidanzato, e dalla quale stava traslocando dopo aver deciso di rompere la relazione con Davide e tornare a casa della madre.

Jennifer Sterlecchini Domenica In

Grande commozione per la madre, Fabiola Bacci, che ricorda la figlia come una ragazza piena di vita, una stella luminosa che contagiava tutti con il suo sorriso e con la sua voglia di vivere. E racconta di come inizialmente non accettasse la relazione fra Jennifer e Davide, considerando che era separato con figli nonostante gli sms che il ragazzo le aveva inviato in cui la rassicurava scrivendo "Tua figlia con me starà bene".

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Ed anche il fratello Jonathan la ricorda piena di voglia di vivere e di solarità, pronta ad ascoltare tutti e a mettersi a disposizione di amici e parenti in caso di bisogno. Sognava di andare a fare l'Erasmus in Spagna, e proprio il giorno dell'omicidio era tornata nella casa dove abitava con Davide per prendere le ultime cose assieme alla madre che l'aveva aspettata fuori e ricominciare una nuova vita. Nessuno, sottolineano i familiari, poteva immaginare che Davide potesse arrivare ad ucciderla massacrandola di botte e ferendola a morte con 17 coltellate. La coppia aveva avuto problemi e momenti di tensione, ma in nessun caso erano culminati con azioni violente.

Fabiola e Jonathan infine ricordano l'impegno iniziato subito dopo il delitto per avviare una campagna di sensibilizzazione contro i femminicidi e le violenze, chiedendo l'abolizione del rito abbreviato che permetterà a Davide Troilo di ottenere uno sconto di un terzo della pena inflitta. Lo stesso Troilo è stato condannato a 30 anni di carcere.

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