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Cronaca Montesilvano

Omicidio Bevilacqua, una fiaccolata al mese per vedere in carcere anche il presunto complice

La moglie di Antonio Bevilacqua, il giovane rom ucciso con un colpo di fucile da Massimo Fantauzzi, assieme alla famiglia della vittima è pronta a protestare per chiedere giustizia piena

Giustizia piena per la morte di Antonio. E' quanto chiesto dalla moglie del giovane rom 21enne ucciso con un colpo di fucile la notte del 15 settembre scorso a Montesilvano, e dalla famiglia Bevilacqua. Per protestare e chiedere che anche il secondo presunto assassino possa finire in carcere, gli amici e parenti sono pronti ad organizzare una fiaccolata al mese.

IL KILLER: "NON VOLEVO UCCIDERE"

Alla giovane Gabriella Silveri, compagna e madre della bimba avuta con la vittima, ed alla famiglia di Antonio non basta infatti che Massimo Fantauzzi sia stato arrestato dopo una fuga durata una settimana. Secondo i parenti, infatti, Nunzio Mancinelli sarebbe anch'egli responsabile direttamente dell'omicidio.

Omicidio Bevilacqua: i dubbi l'amico di Fantauzzi

Inizialmente Mancinelli fu individuato come "super testimone", in quanto presente al momento del delitto (anche se all'esterno del locale) ed amico di Fantauzzi. Proprio il pregiudicato, infatti, ha raccontato agli inquirenti di aver riaccompagnato a casa il pizzaiolo dopo il violento litigio avuto con il Bevilacqua. Litigio che, attualmente, sembra essere il movente dell'omicidio. Ma secondo i parenti e gli amici del rom, dalle immagini delle telecamere di sorveglianza si nota come Mancinelli non solo sia rimasto impassibile durante l'omicidio ma abbia anche ricevuto una sorta di segno, segnale dal Fantauzzi prima di entrare nel locale e sparare in faccia al 21enne.

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