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Coronavirus: l’odissea del giovane imprenditore di Montesilvano contagiato fra attese, ritardi e tamponi persi

È guarito da Covid-19 anche Luca Sfrattoni, imprenditore di Montesilvano, che racconta la sua esperienza tra trasferte alla Asl, tamponi e attese. Lo abbiamo intervistato

Quando ha scoperto di essersi ammalato?

Ho accusato i primi sintomi a metà marzo quando ho avuto qualche decimo di febbre e contemporaneamente ho manifestato la perdita del gusto e dell’olfatto. Avevo delle sensazioni strane, così mi sono preoccupato di chiamare la asl. Dall’altro capo del telefono mi hanno detto quasi con certezza che si trattava di Coronavirus ma che avrei potuto fare il tampone soltanto il 26 marzo, prima data disponibile.

Nel frattempo come si è comportato?

Mi sono auto isolato a casa con la mia famiglia e ho cercato di trascorrere al meglio le mie giornate anche perché i miei sintomi sono stati molti lievi. Il 26 febbraio, come concordato, ho fatto il tampone. Mi hanno detto che l’esito mi sarebbe stato comunicato dopo 48 ore ma così non è stato. Non avendo ricevuto nessuna notizia il 29 marzo ho chiamato di mia iniziativa e mi hanno detto che il mio tampone non c’era, ovvero che dalle informazioni in loro possesso risultava che io avessi fatto il tampone il 26 ma che il risultato non c’era, da nessuna parte.

E quindi?

Quindi mi hanno fatto tornare di nuovo in ospedale, rifare il tampone e dopo due giorni mi hanno comunicato l’esito positivo. Ma non è tutto. Sono tornato in ospedale il 10 aprile per esame di controllo, così come mi era stato comunicato il giorno del secondo tampone valutando il fatto che dai primi sintomi erano già trascorsi tanti giorni. Il medico preposto agli esami non mi ha voluto sottoporre a esame poiché non erano ancora passati 15 giorni dalla positività al virus e mi ha rimandato a casa. La sera stessa la dottoressa che mi aveva dato appuntamento per il 10 aprile mi ha contattato meravigliandosi del fatto che il controllo non era stato fatto e dicendomi di tornare in ospedale il giorno dopo perché avrebbe provveduto lei stessa a effettuare il tampone. Il giorno dopo sono tornato in ospedale e la dottoressa Graziella Soldato, che ringrazio sentitamente per essersi occupata della mia vicenda, mi ha sottoposto a tampone con esito negativo. L’ultimo esame per accettare la guarigione l’ho ripetuto il 15 aprile scorso. Ora posso dire che sono ufficialmente guarito.

C’è qualche riflessione che si sente di fare?

Intanto ci tengo a sottolineare che il 15 aprile quando ho effettuato l’ultimo esame l’esecuzione dei tamponi è iniziata soltanto alle 11.05. In attesa quel giorno c’erano circa 50 persone, probabilmente positive, che erano lì dalle 8.30 del mattino. Questo per dire che sicuramente l’organizzazione non è delle migliori. Gli stessi spostamenti, troppi, che io ho fatto da casa mia alla asl, non di certo per mia causa, li ho fatti da persona positiva e non è di certo un atteggiamento sicuro. Personalmente sono più preoccupato per la mancanza di organizzazione nella gestione dell’emergenza che dal virus stesso. Pensi che stiamo ancora attendendo l’esito del tampone di mia moglie effettuato 15 giorni fa. Inoltre ci sono diversi miei amici che stanno vivendo la stessa situazione con ritardi nelle risposte di 20 giorni. Credo che io abbia sbloccato la mia situazione grazie alla mia insistenza, ho chiamato diverse volte, ho fatto presente all’amministrazione sanitaria i disservizi che ho vissuto e anche alla guardia di finanza. C’è carenza di organico e mancanza di organizzazione.

Perché ha deciso di raccontare la sua storia?

Non l’ho fatto di certo per me ma per tutte quelle persone che si trovano nella stessa situazione e stanno attendendo i risultati da tempo. Se non avessi insistito non avrei mai ottenuto. Spero che la mia testimonianza possa essere di aiuto a qualcuno e possa porre delle riflessioni su quanto accade all’interno delle nostre strutture ospedaliere. Un particolare ringraziamento va al sindaco di Montesilvano Ottavio De Martinis che è stato sempre presente non solo garantendomi i servizi essenziali ma anche dal punto di vista umano.

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