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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Gli ispettori territoriali del lavoro di Chieti-Pescara verso lo sciopero del 30 ottobre

Sindacati, lavoratrici e lavoratori scenderanno in piazza a Roma per mettere l’accento sulla difficile situazione che il settore sta affrontando: "Necessari nuovi investimenti, valorizzando il personale e favorendo nuove assunzioni”

Dopo lo sciopero tenutosi il 12 dicembre dello scorso anno, tutte le organizzazioni sindacali dell’ispettorato nazionale del lavoro (Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa - Flp, Confintesa Fp, Confsal Unsa e Usb P.I.) hanno proclamato una nuova giornata di mobilitazione per il prossimo 30 ottobre. Anche i lavoratori dell'ispettorato territoriale del lavoro Chieti-Pescara aderiranno alla protesta in atto su tutto il territorio.

Sindacati, lavoratrici e lavoratori scenderanno in piazza a Roma per mettere l’accento sulla difficile situazione che il settore sta affrontando: "Dopo due scioperi a livello nazionale - scrivono i sindacati in una nota - i dipendenti non hanno ancora ricevuto delle risposte concrete, il personale è carente e non dispone degli strumenti necessari per svolgere i propri compiti, prevenzione e tutela devono essere elementi imprescindibili. Con lo sciopero del 30 ottobre le sigle sindacali vogliono ribadire che l’attività dell’ispettorato e la lotta al lavoro nero e allo sfruttamento nei luoghi di lavoro si può concretizzare solamente con nuovi investimenti, valorizzando il personale e favorendo nuove assunzioni”.

Le motivazioni della mobilitazione

“I lavoratori e le lavoratrici dell’ispettorato sono adibiti alla tutela lavoristica degli altri lavoratori, senza ricevere loro stessi, le adeguate tutele (non solo e non soprattutto economiche). La mobilitazione è per il riconoscimento di un ruolo di centralità nel sistema delle tutele del cittadino, tramite i necessari adeguamenti normativi, di bilancio e di funzionamento; per il raggiungimento di una piena operatività con l’investimento in risorse strumentali e tecnologiche confacenti ai delicati fini istituzionali (con una effettiva e piena informatizzazione funzionale e funzionante, con accessi alle banche dati consone all’espletamento dei delicati compiti e con la dotazione di strumentazione tecnologica adeguata alle reali necessità lavorative, per garantire davvero la tutela lavoristica che i cittadini richiedono e giustamente pretendono); per la restituzione di una piena dignità professionale ai lavoratori e alle lavoratrici dell’Ispettorato, tramite il riconoscimento, l’affinamento, l’attuazione degli istituti contrattuali di riferimento, con una diminuzione della forbice tra responsabilità attribuite e retribuzioni o indennità (non ultima quella di perequazione) corrisposte”.

"A questo si aggiunge un meccanismo concorsuale che ha determinato un’elevata mobilità del personale, in quanto appena assegnato ad una sede lontana, si cerca di trasferirsi altrove, impedendo di dare stabilità alla pianta organica ed alle attività delle varie sedi. Inoltre, vista la poca appetibilità di questa Amministrazione, il rischio è che nonostante i concorsi, a breve gli uffici si svuotino per l’eccessiva mobilità di personale verso altre amministrazioni più appetibili".

Le questioni sul tappeto poste a base della rivendicazione sono così sintetizzate: mancato riconoscimento degli arretrati della perequazione triennio 20-22; aumento degli importi del fondo risorse decentrate di Ente e del cosiddetto decreto Poletti; riconoscimento di autonomia organizzativa e finanziaria dell’Inl; riconoscimento e valorizzazione delle professionalità presenti all’interno dell’Inl; possibilità di utilizzo dei proventi derivanti dalle sanzioni comminate in materia di salute e sicurezza in favore del personale.

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