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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Incendio Seab: confermata l'origine dolosa, la Procura indaga

La Procura di Chieti ha aperto ufficialmente un fascicolo per incendio doloso in merito al rogo scoppiato sabato sera nello stabilimento della Seab a Chieti Scalo. Il titolare dichiara di non aver ricevuto minacce, mentre gli inquirenti stanno analizzando i video

L'incendio scoppiato sabato sera alla Seab di Chieti è di origine dolosa. Questa l'ipotesi più accreditata dagli inquirenti e dai tecnici che hanno effettuato le prime perizie sul posto.

La Procura, intanto, ha aperto un fasciolo per incendio doloso, ed ha ascoltato in maniera informale il titolare dell'azienda, Walter Bellia, il quale però ha escluso di aver ricevuto minacce ed intimidazioni negli ultimi tempi.

A disposizione degli investigatori ci sono le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza, dalle quali potrebbero arrivare importanti sviluppi sulla vicenda. Sembra infatti che, poco prima dello scoppio dell'incendio, un uomo con fare sospetto e parzialmente camuffato si aggirasse nei dintorni. Un'ipotesi però tutta da verificare.

Nel frattempo, emergono i primi dettagli riguardanti le conseguenze dell'incendio, domato a fatica da oltre 100 vigili del fuoco, che ha sprigionato una nube scura visibile fino a Pescara.

Sembra che le fiamme abbiano colpito solo la zona dove erano stoccati i rifiuti ordinari, come plastica e ferro, e non quella dove si trovano i rifiuti speciali. Una prima rassicurazione che però non deve fare abbassare la guardia, come la stessa Arta ha dichiarato.

Sono in corso indagini ambientali e chimiche per stabilire quali sostanze sono finite nelle acque utilizzate per lo spegnimento, che in parte sono confluite nel depuratore consortile.

Riguardo le ceneri ricadute dopo il rogo, dalle prime analisi emerge che siano composte da idrocarburi e benzene, anche se non si esclude la presenza di diossina.
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