Fallimento Pescara Calcio, chiesta condanna a 4 anni

Una condanna a 4 anni di reclusione per il fallimento della Pescara Calcio.
È quella che ha richiesto ieri mattina, lunedì 15 luglio, il pm (pubblico ministero) del tribunale di Pescara Marina Tommolini per G.S. e M.P..

Un anno di condanna è invece stato chiesto per F.S.. Tutti e tre sono accusati di bancarotta fraudolenta.

I primi due tra il 2007 e il 2008 si alternarono alla carica di presidente della società biancazzurra, mentre il terzo fu vice presidente. L'ipotesi di reato formulata dal pm Tommolini accusa di aver dato vita a una triangolazione finanziaria con la banca Caripe, finalizzata a favorire l'istituto di credito. Un altro dirigente è invece accusato di avere distratto 190mila euro dalle casse societarie.

Gli avvocati delle difese, Sabatino Ciprietti e Stefano Sassano, hanno chiesto l'assoluzione degli imputati. La Pescara Calcio fu dichiarata fallita il 20 dicembre 2008 a causa di una situazione debitoria che superava i 15 milioni di euro. Un mese dopo venne rilevata da una cordata di imprenditori pescaresi. L'udienza è stata aggiornata al 30 settembre per le repliche e la sentenza.