Dormitorio di via Lago Sant'Angelo, il bilancio dell'inverno all'insegna dell'accoglienza
L'assessore Allegrino assieme ai responsabili del dormitorio di via Lago Sant'Angelo ha tracciato un bilancio del servizio di assistenza offerto a persone indigenti e senza fissa dimora
Centoventiquattro ospiti in due mesi, con una media di 60 persone a notte, soprattutto italiani ed africani. Sono alcuni dei numeri del bilancio tracciato dall'assessore Allegrino in merito alla gestione della struttura di accoglienza e dormitorio di via Lago Sant'Angelo a Pescara, chiuso il 28 febbraio scorso in base al Piano Freddo predisposto dall'amministrazione comunale.
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Agli ospiti è stato offerto un letto, una colazione calda e la vicinanza psicologica e sociale degli operatori che in molti casi sono riusciti anche ad aiutarli per risolvere alcune delle loro criticità. Molti degli ospiti erano persone con problemi psichici e situazioni di grande disagio, o dipendenze gravissime. A gestire il centro l'associazione On The Road che ha snocciolato i numeri dell'attività di volontariato con Massimo Ippoliti:
“La popolazione accolta quest’anno nella struttura è stata diversa da quella dello scorso anno per una forte presenza di africani - spiega Massimo Ippoltiti di On The Road - Entrando nel dettaglio, abbiamo accolto 106 uomini e 18 donne di cui 54 italiani, 44 africani provenienti per lo più dal Marocco, dalla Tunisia e dal Gambia, 18 romeni, 4 polacchi, 2 bulgari,1 ucraino e 1 sloveno. La sperimentazione dell’accoglienza delle donne, che lo scorso anno erano state ospitate in albergo, è stata positiva perché siamo riusciti a gestire la convivenza in stanze diverse.
Al di là dei numeri, ci sono state situazioni difficili a cui siamo riusciti a trovare una soluzione. Sono partiti dal dormitorio, ad esempio, tanti accompagnamenti sanitari verso il Serd, il Servizio per le Tossicodipendenze, e il Csm, il Centro salute mentale. Siamo riusciti a far tornare in Romania, garantendo un percorso sanitario e un rimpatrio assistito, a un senza dimora gravemente malato che si trovava in Italia da 18 anni e anche ad una coppia in difficoltà che era stata sfruttata a livello lavorativo; altre 32 persone sono state veicolate verso strutture secondarie in modo da prepararsi alla chiusura del dormitorio"