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Cronaca Penne

Condannato a 10 anni di carcere l'anziano di Penne accusato di aver ucciso la moglie malata con una pesante statuetta

L'uomo di 81 anni uccise la consorte durante il lockdown per il Covid perché non voleva più vederla soffrire

Una condanna a 10 anni di reclusione per Gino Mazzini, 81enne di Penne accusato di omicidio volontario aggravato.
A deciderla è stata la Corte d'Assise di Chieti nella giornata di mercoledì 27 settembre.

L'anziano aveva colpito la moglie, Maria Cretarola, con una pesante statuetta in pietra.

L'episodio si verificò nella casa della coppia, a Penne il 29 maggio del 2020, la donna morì il 14 agosto dopo essere stata prima ricoverata in ospedale e poi trasferita in un’altra struttura sanitaria. Per Mazzini, difeso dall’avvocato Antonio Di Blasio, il pubblico ministero Gabriella De Lucia aveva chiesto 30 anni di reclusione. Come riferisce l'Ansa, la Corte, presieduta da Guido Campli, giudice a latere Maurizio Sacco, ha riconosciuto a Mazzini il vizio parziale di mente, circostanza attenuante generica prevalente rispetto alla contestata aggravante, e lo ha dichiarato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici. L’uomo aveva ammesso le proprie responsabilità nell’immediatezza dei fatti e allo psichiatra che lo visitò mentre era ricoverato nel servizio di psichiatria dell’ospedale di Pescara, poco tempo dopo il fatto, raccontò che non tollerava che la moglie soffrisse per le malattie da cui era affetta e che ciò lo spinse a colpire la donna alla testa con la statuetta. Secondo la difesa manca la prova del nesso di causalità fra il colpo subito dalla donna e la morte.

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