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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Commercio che cambia: Pescara dice sì e apre al plurinegozio

Ieri l'approvazione in consiglio comunale. Soddisfatto l'assessore Giacomo Cuzzi: "Arriva un vero e proprio coworking in ambito commerciale. Con questa riforma contiamo di aiutare i negozianti ad abbattere i costi d'affitto"

Arriva a Pescara il “coworking” dei negozi. Negli stessi locali potranno infatti convivere più attività economiche, a condizione che ci siano i requisiti igienico sanitari di ogni attività prevista. È quanto previsto nel Regolamento comunale per il Plurinegozio, predisposto dall’assessorato al Commercio del Comune e approvato all’unanimità nel consiglio comunale.

“Rendiamo possibili soluzioni in cui uno stesso locale possa essere utilizzato da più imprese che condividono le relative spese di gestione, o alternativamente l’ipotesi in cui un unico promotore organizza la presenza di più imprese nello stesso locale di cui ha la disponibilità – spiega l’assessore Giacomo Cuzzi – In quest’ultimo caso il titolare di questo tipo di consorzio, da parte sua avrà il solo obbligo di dimostrare l’idoneità edilizia dei locali e dei rapporti privatistici con i singoli gestori affittuari. Promotori dell’iniziativa di plurinegozio possono essere indifferentemente il proprietario del locale che ospita il plurinegozio o un suo affittuario; quest’ultimo potrà sub-affittare a terzi, per le attività complementari costituenti il plurinegozio, se debitamente autorizzato dal proprietario del locale con cui ha contratto l’affitto principale. Grazie a questa riforma contiamo di aiutare i negozianti e gli artigiani ad abbattere i costi di affitto, a innovare la propria offerta e dare nuova spinta all’autoimpresa”.

Per aprire un plurinegozio la superficie complessiva di vendita delle varie attività commerciali, riconducibili singolarmente ad esercizi di vicinato e contestualmente inserite nella stessa unità immobiliare, non potrà eccedere la superficie complessiva di vendita di 250 mq, al netto di ulteriori superfici eventualmente utilizzate per servizi igienici, depositi, magazzini e disimpegni e comunque non destinati alla vendita.

La superficie di ogni singola attività (di vendita e non) dovrà essere ben delineata rispetto alle altre ed evidenziata, e la coesistenza dei diversi esercizi e l’eventuale compresenza di attività operanti nel settore non alimentare e alimentare dovrà ovviamente operare nel pieno e rigoroso rispetto delle vigenti normative in materia igienico-sanitaria, attraverso la produzione di apposita NIAS corredata da tutta la documentazione necessaria e presentata per il tramite del SUAP alla competente AUSL.

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