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Cronaca

Ecco le scelte che hanno deturpato Pescara, esce il film indipendente Il Traghettatore

La pellicola del regista pescarese Alessio Consorte dà voce a tutti i pescaresi di oggi per dimostrare la tesi secondo cui la politica, negli anni, abbia rovinato la città, sacrificandone il potenziale. Durante le riprese numerose le scoperte archeologiche. Ecco il trailer

Esce in anteprima per il web su Il Pescara il trailer del film “Il traghettatore”, pellicola indipendente ideata e diretta dal videomaker pescarese Alessio Consorte. Regista, fotografo, con un passato da modello su riviste patinate, Consorte ha immortalato in circa 90 minuti l’anima della città di Pescara, girando in lungo e in largo la città dalla fine del 2013, intervistando decine di persone, filmando gli angoli più nascosti o caratteristici. L’intento, però, non è un semplice racconto corale della città adriatica. Consorte porta avanti la sua tesi secondo cui, nell’ultimo secolo e mezzo, i governanti avrebbero optato per scelte dannose per Pescara, penalizzandola nonostante le sue grandi risorse.

Ma chi è il traghettatore del titolo e cosa indica? “Il titolo viene dallo spot Biancazzurri per noi, con l’ex capo ultrà Marcello Di Santo, noto come Bocchino, che traghettava i tifosi. Da qui ho ripreso la figura del traghettatore, come qualcuno che possa appunto traghettare la città verso momenti migliori”.

Già le intenzioni lasciano intravedere una nota amara, quasi critica. “Nel film – spiega Consorte – metto in discussione le parole attribuite a Vittorio Emanuele (“Oh che bel sito per una città commerciale! Buttiamo giù queste mura e costruiamo un porto su questo fiume e Pescara in men di un secolo sarà la più grande città degli Abruzzi”, ndc). Secondo me non ha mai pronunciato quella frase, è un richiamo massonico con cui si è giustificato lo smantellamento della fortezza per aprire una grande città”. Una scelta che, secondo il regista de Il traghettatore, ha penalizzato non poco lo sviluppo della Pescara moderna.

“Nel film mostro com’è la città oggi, ma Pescara – aggiunge - diventa lo specchio di tutte le province del centro-sud Italia, condannate dall’unità voluta da una casa monarchica e non certo dal popolo. Per me è stata una vera e propria invasione, appoggiata dalla massoneria. Altrimenti non si spiegherebbe perché, prima, il meridione fosse avanzatissimo, mentre ancora oggi è pieno di problemi”.

Ma da dove nascono le teorie portate avanti nel film? “Non sono uno storico, né un archeologo, ma sono appassionato di archeologia sin da bambino, ho fatto ricerche da solo. E mi sono fatto un’idea sullo sviluppo scellerato della città osservando come è fatta oggi: dove è stata fatta passare la ferrovia, che ha rovinato il centro, così come l’asse attrezzato. Per me sono state scelte scellerate che hanno devastato Pescara”.

A confermare le sue tesi ci sono le scoperte che ha fatto nel corso delle riprese, due aree archeologiche sconosciute ai più che, stando alle sue ricostruzioni, inciderebbero non poco sul flusso del fiume fino allo sbocco nel porto canale, assediato da anni dal problema dell’insabbiamento. “Da mesi ho segnalato i miei ritrovamenti dell’antica Ostia Aterni alla soprintendenza e alle forze dell’ordine – racconta – ma ancora non sono andati a vedere: a pochi metri sotto il livello del fiume ci sono colonne, potrebbero esserci statue, colonne e altri resti preziosi che non vengono valorizzati”. Ad aiutarlo nelle sue ricerche, oltre ad alcuni operatori portuali, un’asta di 6 metri con la telecamera montata sopra e uno scandaglio. Strumenti che gli permettono di affermare con sicurezza che sotto il ponte d’Annunzio il fiume ha restringimenti causati anche dai resti sommersi

Ma oltre alle scoperte archeologiche e alla critica ad un modo di governare che avrebbe affossato Pescara, c’è anche la rassegna di mille voci della città di oggi: “Ho offerto uno spazio a chiunque volesse parlare – dice Consorte – e ne è emerso che la gente ha molta rabbia verso le istituzioni, che dimostrano poco amore per la città, ma piuttosto una verve speculativa e di cementificazione”.

Ma Il traghettatore ha una morale, oltre a dimostrare un grande amore per Pescara? “Non è un film che vuole valorizzare – spiega il regista – ma mira a far riflettere, per ricominciare e ricostruire”. Per amore della sua città, Alessio Consorte si era candidato nella scorsa tornata elettorale nelle file di una lista civica in appoggio a Marco Alessandrini, poi eletto primo cittadino. Il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale fu l’istituzione dell’Abruzzo film commission per rilanciare l’investimento delle grandi case di produzione nella regione. “Ma la mia idea – racconta con una punta di amarezza – è stata ripresa e presentato pochi giorni fa dalla Regione come un proprio progetto”.

Accantonate obbligatoriamente le velleità politiche, Consorte si limita per ora a fare il regista, continuando ad indagare sulle origini antiche di Pescara e cercando un distributore che dia degno spazio a Il traghettatore. Al film, completamente ideato e scritto dal regista, ha partecipato come voce narrante l’attore pescarese Milo Vallone. Alla colonna sonora hanno partecipato la Rapuanos band, i musicisti Francesco Fatale e Antonio Di Santo e la orchestra fiati Arturo Toscanini. Al montaggio ha collaborato Carmine Bucci.

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