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Accoltellamento Pescara Vecchia: dietro il gesto storie di bulli e degrado

Una brutta storia quella riguardante l'accoltellamento del 23enne filippino avvenuto lo scorso 2 ottobre a Pescara Vecchia, in via Sauro. Il responsabile, un bullo 17enne, ha alle spalle un contesto particolarmente critico

Una brutta storia quella riguardante l'accoltellamento del 23enne filippino avvenuto lo scorso 2 ottobre a Pescara Vecchia, in via Sauro.

I dettagli della vicenda, conclusasi con l'arresto di due giovani, il responsabile materiale del tentato omicidio (un 17enne di Francavilla) ed il suo complice (un 23enne) e altri due indagati, sono stati illustrati dal dirigente della Squadra Mobile Muriana e dal vice Cosentino.

Una storia che parte da un contesto difficile, dal quale proviene il 17enne, con un padre pregiudicato che gli ha praticamente insegnato a vivere sfruttando l'arroganza, la violenza fisica e le minacce.

Ma sono diversi i giovani coinvolti, tutti appartenenti ad una banda che si aggirava nel fine settimana nella zona, come hanno raccontato anche diversi testimoni che hanno assistito all'accoltellamento.

Un branco prepotente, arrogante. Tutto nasce da alcuni dissapori fra il 23enne arrestato e un altro ragazzo. E' bastato un sorriso di troppo a far scattare il pestaggio e poi le coltellate.

Il 17enne, fra l'altro, nel 2009 fu protagonista di un episodio simile e poche settimane fa fu trovato in casa del nonno con 300 grammi di marijuana e proiettili per pistola. Nella perquisizione di oggi, invece, in casa di uno dei ragazzi indagati sono stati trovati diversi coltelli, un tirapugni ed un coltello a scatto, anche se l'arma del delitto non è stata ritrovata.

L'arma, a quanto pare, fu regalata dal padre pregiudicato al 17enne, che in una telefonata intercettata ha addirittura rimproverato il figlio in quanto ha accoltellato la vittima alle spalle, mentre un vero "uomo" deve colpire a viso aperto. Quando il giovane ha detto al padre di non aver provato alcuna emozione dopo l'accoltellamento, gli ha chiesto "E allora perchè l'hai fatto?". Ma non è tutto, perche l'uomo ha anche rassicurato il figlio dicendo di voler minacciare la vittima qualora avesse fatto i nomi dei suoi aggressori.

Muriana, comunque, concludendo la conferenza, ha sottolineato come Pescara Vecchia non sia assolutamente il bronx, soprattutto ora che la banda di giovani delinquenti è stata sgominata.

IL PRECEDENTE L'episodio avvenuto il 2 ottobre scorso a Pescara Vecchia ricorda tristemente quello avvenuto nel marzo 2010, quando a Piazza Unione, davanti ad un locale, un giovane ragazzo foggiano, Luciano Zerrilli, fu colpito per futili motivi da un giovane rom, Claudio Spinelli. Zerrilli, a causa di un pugno sul volto, cadde a terra battendo la testa sul marciapiede. Il ragazzo restò in coma per diversi giorni.

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