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Cronaca Bussi sul tirino

A Bussi sul Tirino l'aspettativa di vita è 59 anni

"Una situazione del tutto inaccettabile, un vero calvario". Così Augusto De Sanctis, del Forum Abruzzese Movimenti per l'Acqua, aveva definito la questione del complesso industriale di Bussi sul Tirino, in provincia di Pescara

"Una situazione del tutto inaccettabile, un vero calvario". Così Augusto De Sanctis, del Forum Abruzzese Movimenti per l'Acqua, aveva definito la questione del complesso industriale di Bussi sul Tirino, in provincia di Pescara. Una nuova inchiesta è stata aperta a inizio gennaio dalla Procura della città. Ci sono cinque indagati e il procedimento è stato avviato grazie a una denuncia presentata dallo stesso De Sanctis. Sette anni sono passati dal sequestro della prima discarica e sei da quando la zona è stata inserita tra i siti d'interesse nazionale (Sin).

"LA PIU' GRANDE DISCARICA DI VELENI D'EUROPA" - Il complesso industriale è molto ampio: circa 234 ettari, diverse società tra cui Montedison, Ausimot e Montecatini. Dagli anni '80 qui sono state autorizzate due discariche (discarica 2A e 2B) e c'erano anche due discariche abusive, una adiacente a 2A e una in località Tre Monti. Nel polo sono presenti tre tipi di impianti: di cloro-soda, di cloro-metano e uno della Società Italiana Carburanti.

I problemi sulla qualità dell'acqua e della falda della zona sono emersi negli anni '90, ma solo dal 2001 sono iniziate le indagini. Nel 2007 invece il Corpo Forestale scopre una discarica di rifiuti chimici vicino al polo industriale, proprio sulla sponda del fiume Pescara.

Le sostanze ritrovate nei terreni e nelle acque di queste zone sono derivati del cloro, idrocarburi ma anche piombo, mercurio e diossina, frutti diretti degli impianti della zona, che non hanno mai smaltito i rifiuti in una maniera consona. Infatti a questo scopo non venivano utilizzate soltanto le discariche della zona ma molti rifiuti venivano portati anche in terreni vicini, proprietà delle aziende del polo. Secondo alcune ricerche effettuate l’aspettativa di vita dei Bussesi è di 59 anni.

Questi terreni non erano adeguatamente protetti per lo sversamento e di conseguenza molte sostanze hanno viaggiato per un'area di circa 2 milioni di metri cubi. Per queste ragioni le acque della falda vicina sono compromesse a tal punto che non sono più utilizzabili a fini alimentari. Ma soltanto dal 2007 e grazie alle numerose denunce di movimenti e associazioni. Dagli anni '80 quindi dai rubinetti di centinaia di case della zona è uscita acqua contaminata.

Per tutte queste ragioni il sito è stato definito "la più grande discarica di rifiuti chimici di tutta Europa".

LA BONIFICA: 50 MILIONI DI EURO 'FERMI' - Un Sin recente quello di Bussi sul Tirino: il ministero dell'Ambiente è infatti ancora molto indietro con le indagini rispetto alla gravità della situazione. Solo nel 2005 sono state messe in sicurezza le acque della falda. Ma questi interventi non sono sufficienti: oltre che nel fiume Pescara le sostanze di scarto del polo chimico sono confluite anche nel fiume Tirino fino a valle. Nei terreni invece i rifiuti si sono miscelati al terra soprattutto nelle zone delle discariche abusive.

Per l'emergenza è stato nominato un Commissario straordinario e sono stati stanziati dal 2010 cinquanta milioni di euro per la bonifica. "Manca tuttora l'intenzione da parte delle aziende che hanno provocato il danno ambientale, direttamente o indirettamente, di porre in atto una reale operazione volta alla definitiva bonifica e riqualificazione dell'area" scrive Legambiente nel suo report 'Bonifiche dei siti inquinati: chimera o realtà?'.

Per la riqualificazione c'è già un progetto: l'imprenditore Carlo Toto si è detto interessato ad acquisire l'area per trasformarla in un cementificio "nonostante i nuovi pozzi di acqua potabile distino solo 600 metri dall'area" spiega Legambiente. Intanto qui si continua a fare la 'Sagra della trota'.

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