rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
C'era una volta il Pescara

C'era una volta il Pescara

A cura di Bruno Barteloni

Quando a Pescara eravamo tutti "Allegri"

Il personaggio del momento e il suo passato (turbolento) a Pescara. Tra amori finiti e amicizie che restano. Il racconto del conte Max attraverso una retrospettiva che lo rende unico e inimitabile

Se chiediamo a qualsiasi tifoso del Pescara di formulare una classifica dei "top five" che hanno indossato la casacca biancazzurra, lui c'è sempre. I vari Junior, Sliskovic, Verratti, Nobili, Carnevale, Giampaolo e Lapadula possono essere facilmente rimpiazzati da altri fuoriclasse, ma Allegri non sarà mai incalzato da nessun altro. Eleganza, visione di gioco, potenza del tiro, traiettorie perfette e il carisma da leader fanno di lui il calciatore ideale e l'uomo-spogliatoio che ogni allenatore vorrebbe avere in squadra. In quel Pescara del '92 targato Galeone, il suo contributo è fondamentale per la vittoria del campionato cadetto. Arrivò dal Pavia, in coppia con Massara, dietro forzatura della presidentessa Giusy Achilli. Bastarono pochi giorni al mister per intuire quale fosse la sua giusta collocazione in campo. Nel ruolo di mezzala e regista d'attacco, Allegri si afferma anche in serie A e diventa punto di riferimento del 4-3-3. Giocatore non proprio diligente, a volte svogliato in allenamento, ma dotato di acume tattico e intelligenza che lo portano a diventare il pupillo del "Gale". Un rapporto che dura ancora oggi, basato sul reciproco rispetto.

Dicono che l'attuale allenatore della Juve stellare si rivolga ancora al suo mentore dandogli del "lei", nonostante le serate trascorse insieme e le battute di pesca vissute nella città che li ha eletti miti assoluti. Qui a Pescara "acciughina" è diventato "conte Max". Ne è passato del tempo, quando a Livorno quel bischero snello e gracile si accingeva ad intraprendere una carriera strepitosa. Tanto metodico e razionale nella sua professione, quanto istintivo e pazzoide nella vita privata. Erika, il primo grande amore della sua vita, lasciata sull'altare alla vigilia delle nozze tra lo stupore del frate cappuccino incaricato di celebrare il lieto evento. Il matrimonio-lampo invece è quello con Gloria, la hostess conosciuta sui voli per la Sardegna.

Un'unione durata quattro anni che porta alla nascita di Valentina. Nel 2011 la nuova compagna Claudia lo rende padre di Giorgio, ma la relazione fra i due si interrompe proprio durante la gravidanza. Arriva il turno di un'altra Gloria (Patrizi ndr), avvenente playmate che lo pone alla ribalta del gossip e delle cronache rosa. E poi, dicono, Barbara D'Urso, Caterina Balivo e tante altre che contribuiscono a rafforzare il paragone con il DonGiovanni Galeone. I ricordi portano anche a Vanilla, la valletta di Rete8 conosciuta alla discoteca Honeypot, ma anche alle cene alla trattoria "Bolsena" in compagnia del suo caro amico Gianni D'Armi, al rapporto instaurato con alcuni capi della tifoseria organizzata, alle scommesse effettuate nelle agenzie ippiche e le frequentazioni fuori dal campo con alcuni suoi compagni di squadra che simpaticamente gli rivolgono ancora oggi delle battute da caserma. Come quella sul "triplete" che alle soglie dei cinquanta anni potrà forse realizzare (un giorno) in campo, ma non più sotto le lenzuola...

Quando a Pescara eravamo tutti "Allegri"

IlPescara è in caricamento