Tutela della biodiversità, il Wwf chiede il garante della Natura: la petizione arriva in Abruzzo
Per l'associazione averlo è fondamentale nell'epoca della transizione ecologica e la tutela è un tema che non si può più rimandare: coinvolte le aree protette del territorio per sensibilizzare e raccogliere quante più adesioni possibili
Anche il wwf Abruzzo si unisce alla raccolta firme lanciata a livello nazionale perché sia istituita la figura del garante della Natura che possa svolgere funzioni regolatorie, di vigilanza, di controllo e monitoraggio, di accertamento e di risoluzione dei conflitti. A presentare l'iniziativa sono il presidente del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise Giovanni Cannata, il presidente del parco della Maiella Lucio Zazzara, il presidente dell’assemblea dell’Area marina protetta Torre del Cerrano Robert Verrocchio, il direttore del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga Alfonso Calzolaio, il presidente del Parco regionale del Sirente Velino Francesco D’Amore, e il vice presidente del WWF Italia, l’abruzzese Luciano Di Tizio. “Il garante per la biodiversità è una figura, che, al pari di quanto avviene già per altri settori sensibili, può essere portatore di una visione d’insieme e sistemica, garantendo la coerenza e la tempestività delle azioni rispetto agli obiettivi fissati nella Strategia nazionale per la biodiversità, monitorandone l’attuazione nel rispetto delle competenze degli organismi già esistenti e con il potere di richiamare i soggetti coinvolti nell’attuazione delle misure”, spiegano. La petizione è stata presentata formalmente dal wwf Italia al Senato e la Camera per chiedere dunque che nasca questa figura perché “in linea con il nuovo spirito delle norme costituzionali in materia di ambiente sancito dalla recente riforma degli articoli 9 e 41, e adesso chiede ai cittadini di sostenere questa proposta con una petizione popolare che è possibile sottoscrivere all’indirizzo dall'associazione”. .
Il wwf Abruzzo, da parte sua, ha coinvolto in questo percorso le aree protette presenti sul territorio regionale, chiedendo ai loro referenti di appoggiare la petizione e dare un segnale di sensibilizzazione alla tematica. “Un appoggio che arriva da chi ogni giorno si adopera per la tutela e la salvaguardia della natura, in una regione come l’Abruzzo che conserva un’elevata biodiversità e la presenza di ambienti ancora incontaminati e dalla grande bellezza paesaggistica – sottolinea l'associazione -. L’Abruzzo è una regione straordinaria che mantiene al suo interno habitat importanti e diversissimi tra loro, dal ghiacciaio più meridionale d’Europa alle dune costiere, insieme a specie simbolo della biodiversità europea come l’orso, il lupo, il camoscio, l’aquila reale e tante altre ancora”. “La Strategia nazionale sulla biodiversità dovrà essere implementata da più attori, sia pubblici che privati, che a loro volta si muovono all’interno di un sistema di competenze in capo soprattutto allo Stato e alle Regioni. Questo tipo di governance non responsabilizza i singoli attori per il raggiungimento dell’obiettivo globale e rischia di ridurre i vari contributi a relazioni e rapporti periodici senza una reale valutazione dell’efficacia. Per questo è necessaria una figura terza, un garante che monitori, osservi, relazioni, indichi i ritardi e solleciti le misure da adottare. Una figura, insomma – ribadisce il wwf Abruzzo -, che, coordinandosi con parchi e istituzioni, abbia una visione d’insieme e non perda di vista l’obiettivo della tutela della natura, che è raggiungibile solo se tutti i soggetti indicati nella Strategia agiscono insieme”. E di tempo non se ne può perdere più stando a quanto rilevato dal quarto rapporto del Comitato per il capitale naturale, spiega ancora l'associazione. Come si legge nel recente dossier del wwf “La biodiversità in Italia: status e minacce”, il 52% delle specie animali tutelate dalla 'direttiva habitat' presenta uno stato di conservazione inadeguato o sfavorevole: dato che sale al 64% per gli anfibi e all’80% per i pesci”.
“L’istituzione del garante per la Natura è dunque coerente con la transizione ecologica e con la riforma costituzionale appena approvata, anzi dovrebbe rappresentarne il primo passo attuativo, in attesa di un riordino normativo che, dopo il codice dell’ambiente – conclude la nota -, possa sfociare in un vero e proprio codice per la natura che riorganizzi e armonizzi una pluralità di norme sparse in varie disposizioni settoriali, come ad esempio quelle su paesaggio, acque, caccia, aree protette, difesa del suolo”.